UEFA: ALEKSANDAR CEFERIN E’ STATO RIELETTO
Uefa, l’avvocato Aleksandar Ceferin è stato rieletto al vertice della Uefa per altri quattro anni. Candidato unico al 47^ Congresso Ordinario in corso a Lisbona, il 55enne avvocato sloveno è stato confermato per il suo terzo mandato. E’ in carica dal 2016. Aleksandar Ceferin, dal 2011 al 2016 alla guida della Federcalcio slovena, è stato eletto la prima volta il 14 settembre 2016, poi la prima riconferma il 7 febbraio 2019, in occasione del 43^ Congresso Ordinario svoltosi a Roma. Al termine della rielezione ha rilasciato emozionato queste parole: “Voglio ringraziarvi dal profondo del cuore per il vostro unanime supporto. Significa molto per me, è un grande orgoglio ma anche una grande responsabilità. Quello che vi prometto è che farò del mio meglio per non deludere né voi né il calcio”.
Parole importanti, da leader vero. Amante del gioco del calcio e pronto a nuove battaglie per un calcio pulito, sostenibile e fruibile a tutti. Tanto è vero che prima di essere rieletto aveva rilasciato un durissimo discorso contro la famigerata Superlega, con queste parole: “Coloro che hanno promosso quel progetto dicono che vogliono salvare il calcio. La Superlega è diventata un personaggio di Cappuccetto Rosso, un lupo travestito da nonna. Chi stanno prendendo in giro? Nessuno. Sono cartelli al di sopra della meritocrazia e della democrazia. Sono soldi sopra i trofei. I campionati nazionali devono rimanere le pietre angolari del calcio. Abbiamo bisogno del sostegno di tutti per proteggere il modello”.
E’ chiaro che gli strali del presidente dell’Uefa sono rivolti a Juventus, Barcellona e Real Madrid. Guarda caso tutti club coinvolti in varie magagne con la giustizia sportiva e con un grave dissesto economico. Per il presidente della Uefa ci sono due opposte visioni del mondo, e del calcio: “Egoismo contro solidarietà, grettezza e benevolenza, interessi privati contro altruismo, vergognose bugie e la verità. Se c’è una cosa che non dobbiamo dimenticare, è che nessuno deve pensare che il calcio non sia lo sport del popolo. Va sfatato il mito che l’industrializzazione del calcio sia un processo inevitabile. Dobbiamo fare gioco di squadra. Durante la crisi di 48 ore della cosiddetta Superlega, il calcio ha mostrato uno spirito di solidarietà e sarà storia”.
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