Udinese, parla Lamar Samarzdic: “No a Inter e Milan!”
Lazar Samardzic, centrocampista dell’Udinese e della nazionale serba, si racconta a tutto tondo a Cronache di spogliatoio e torna inevitabilmente anche sulla scorsa estate e il mancato trasferimento all’Inter, con annesse polemiche social. Ma non solo, svela anche alcuni retroscena: i no a Barcellona e Milan, gli idoli Lionel Messi e Paulo Dybala. Ma andiamo con ordine. Partendo dal mancato trasferimento estivo all’Inter di Simone Inzaghi: “Ho imparato a essere glorificato ma anche a prendere qualche batosta. Come la scorsa estate. Ho vissuto in prima persona una situazione spiacevole. Stavo trattando con l’Inter, ma poi non se n’è fatto di niente. Era agosto, ricordo bene, e non si leggeva d’altro. Quando sono sorti i primi problemi, ho aperto il telefono e ho trovato tantissimi insulti in chat. E ogni ora aumentavano. Ogni commento sul mio profilo parlava di quello. Mi sono promesso immediatamente di guardare avanti, che avrei trasformato quelle offese in carica per andare ancora più forte. Mi hanno ferito però quei tifosi che mettevano in cattiva luce mio padre, che lo insultavano dicendo che pensava soltanto ai soldi, che mi rovinava la carriera. Niente che fosse più distante dalla realtà. Ci siamo parlati molto in quei giorni. E alla fine, dopo tutto quel caos, mi sono guardato dentro e ho capito che non avuto alcun tipo di rimpianto per com’è andata la vicenda, di non essere andato all’Inter. Sono cresciuto da quella situazione, un momento che ho vissuto e che mi ha fatto male. Posso dire che quando vieni preso di mira dagli haters, non devi né cadere né mollare”. Il ragazzo svela che in passato era stato trattato anche dal Milan, dopo avere avuto un’offerta dal Barcellona: “Un anno dopo l’offerta del Barcellona, invece, ci provò il Milan. Insieme alla mia famiglia andai a Milanello, su invito di Paolo Maldini. Ci fecero visitare le strutture, avevo 17 anni e mio padre mi aveva sempre detto che il calcio italiano fino a qualche anno prima, comandava nel mondo. Anche quel giorno, ci dicemmo di non aver fretta. Poco dopo, avrei esordito con l’Hertha Berlino e ogni weekend, andavo all’Olympiastadion per vedere la partita. Mi piaceva molto andare allo stadio: quando scendevamo in Serbia, mi portavano sempre al Marakana per tifare la Stella Rossa. Mio padre è un fan sfegatato. Gli ho promesso che chiuderò la carriera lì. Mi sono innamorato del loro tifo”. Il trequartista serbo è innamorato di Lionel Messi: “Messi è il mio idolo incontrastato. Ricordo ancora la partita contro l’Arsenal in cui ha fatto tripletta. Ero in un bar con mio padre e l’abbiamo vista lì. Non mi perdevo neanche una partita di Leo in Champions League da ragazzo. Ho scelto adidas… anche per assomigliare a lui! Ho una sua maglia del Barcellona, me l’ha regalata un mio procuratore qualche anno fa. Ma purtroppo non sono mai riuscito a incontrarlo. Se accadesse, sono sicuro che rimarrei zitto e paralizzato. Probabilmente gli chiederei una foto, ma non saprei cosa dirgli. È unico”. Il giocatore bianconero spiega anche la scelta di rappresentare la Serbia: “Ho scelto di rappresentare la Serbia nel 2023 e ho capito subito che il livello era altissimo. Dušan Vlahovic, ma anche Milinković-Savić, Tadić e Mitrović. Mi sono subito accorto di aver fatto la scelta giusta: nonostante abbia sempre vissuto in Germania, in famiglia parliamo soltanto serbo e anche culturalmente mi sento di esserlo. Dopo la rete contro il Napoli mi hanno scritto in tanti, Vlahović su tutti, con cui gioco in Nazionale”.
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