Milan, fine dell’era Pioli: Milanello parlerà spagnolo?
Dopo la brutale eliminazione dall’Europa League per mano dell’allenatore esordiente Daniele De Rossi il Milan ha deciso di chiudere il ciclo di Stefano Pioli, spedendo in soffitta per sempre il coro “Pioli Is on Fire” e nell’album dei ricordi l’unico successo del tecnico emiliano in rossonero, ossia lo scudetto di due anni fa. Una rondine che non ha fatto primavera. Ma l’attuale mister rossonero paga una serie di situazioni negative: i molteplici infortuni che si sono susseguiti soprattutto negli ultimi due anni, le tante formazioni sbagliate e corrette in corsa, l’idiosincrasia al lancio dei giovani (li ha schierati solo costretto dagli infortuni), i derby persi in serie senza trovare contromosse, la mancata valorizzazione delle ultime due campagne acquisti, le astrusità tattiche figlie della presunzione (non vedremo mai più Yunus Musah terzino e Davide Calabria mediano….), le eliminazioni dalla Coppa Italia e le sconfitte in Supercoppa Italiana. A tutto questo aggiungiamo il fatto che parte della squadra non lo segue più, serve un ventata d’aria fresca. Si parla di una serie di nomi che non sono reali: Christophe Galtier, Marcelo Gallardo, Mark Van Bommel, Roberto De Zerbi, Xavi Hernandez, Paulo Fonseca. Qualche mese fa si vociferava addirittura di Oliver Glasner….Oggi si parla molto di Thiago Motta e Julien Lopetegui, ma bisogna fare un distinguo. Il primo è in parola con la Juventus per il dopo Massimiliano Allegri (in caso di conferma del mister livornese l’affare si farà la stagione successiva e l’italo-brasiliano guiderà il Bologna in Champions League), il secondo è una idea di Giorgio Furlani e al di là di un pour-parler non si è mai andati. Rimane in piedi la candidatura di Antonio Conte, desideroso di sbarcare a Milanello ma l’a.d. rossonero nicchia per tanti motivi, malgrado la spinta di Zlatan Ibrahimovic per questa soluzione. Da più parti dietro le quinte di Casa Milan suggeriscono la soluzione interna con Ignazio Abate. Scelta che avrebbe un senso sulla scia dell’esempio di Daniele De Rossi. Al suo fianco Daniele Bonera come fidato vice e la protezione dell’ amico Zlatan Ibrahimovic. L’ex terzino ha delle chance concrete perché conosce tutti i giovani in rampa di lancio e ha personalità in dosi industriali. Attenzione però a un nome di cui si parla molto poco: Unai Emery. Lo spagnolo piaceva anche ad Adriano Galliani che a suo tempo tentò di portarlo a Milano, senza successo. Chissà se anni dopo il destino porterà l’allenatore classe 1971 ad aprire un nuovo ciclo a Milanello. Dal novembre 2022 è alla guida dell’Aston Villa, club con il quale ha altri due anni di contratto a 7 milioni netti a stagione. Sta bene in Inghilterra ma non può dire di no ad una chiamata del Milan. La dirigenza milanista ha sondato Ac Talent, la società che gestisce gli interessi del mister nato a Hondarribia. Altri colloqui seguiranno, perché l’ipotesi piace a Casa Milan. Ad ogni modo Joseph Cardinale ha ordinato di non avere fretta, la scelta verrà fatta entro fine maggio e sarà pensata e ponderata, calcolando tutti gli aspetti possibili, pro e contro dei vari profili. Ma il nome del nuovo allenatore del Milan uscirà da qua: Antonio Conte, Thiago Motta, Ignazio Abate, Julien Lopetegui, Unai Emery. Cinque nomi intriganti a loro modo, che il club tiene in grande considerazione. Nessuno ha fretta e fa sorridere la moltitudine di nomi accostati alla panchina milanista oltre quelli citati. Soprattutto pensando alla discrezione con la quale opera il management, sempre attento a non far filtrare le proprie mosse. E Stefano Pioli? Napoli è una città bellissima.
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