Milan, il saluto di Simon Kjaer: “Ho coronato un sogno”
Con una giornata di Serie A e un’amichevole in Australia contro la Roma ancora da giocare, per il Milan è già tempo di saluti. Dopo l’addio ufficializzato da Olivier Giroud in casa rossonera è toccato ad un altro protagonista dello Scudetto 2021/22 confermare che nella prossima stagione non sarà più a Milanello: Simon Kjaer. Un addio al Milan, ma non al calcio: “Penso sia giusto salutarci ora, poi ci sarà una nuova avventura”. Il centrale danese ha collezionato 120 presenze e un gol in maglia rossonera, avventura durata quattro anni e mezzo coronando, a sua detta, il sogno di vestire la maglia milanista nel corso della carriera: “Provo tante emozioni, positive e negative. Da un paio di mesi avevo la sensazione che era giusto finire ora. In questi quattro anni sono arrivato a un buon punto, ma penso che avrei potuto anche fare qualcosa di più”. Un impatto di alto rendimento nel Milan di Stefano Pioli arrivato in silenzio e quasi inaspettato, ma assolutamente decisivo soprattutto nella prima parte: “Ho avuto la fortuna che con me è arrivato anche Ibrahimovic, non ho mai avuto bisogno di urlare o dare altri stimoli. Ho potuto lavorare dando l’esempio, arrivando presto per lavorare e andando a casa tardi. E’ stato un percorso in questi anni portato avanti anche con il mister, prima di arrivare a Milanello si allenavano in 2-3 in palestra, ora ci sono tutti. Ora nessuno si rilassa”. La cultura del lavoro tipicamente nordica Simon Kjaer l’ha portato nel bagaglio al Milan: “La qualità da sola non basta, per migliorare e crescere come squadra, bisogna saper soffrire e avere la giusta mentalità. Con un gruppo solido si possono fare tante cose, anche con meno qualità, comanda sempre la mentalità. Per il budget speso dal Milan in quattro anni, poche squadre in Europa sono riusciti a fare quello che abbiamo fatto noi”. Per il giocatore vestire la maglia del Milan è stato un sogno: “Quando arrivai in Italia avevo 19 anni e dissi al mio procuratore di voler andare al Milan. C’è voluto del tempo, ma alla fine ce l’ho fatta. Maldini e Massara mi portarono qui in un momento difficile per dare un impatto ai giovani, facendo crescere il gruppo. Il mio lavoro l’ho fatto”. Nell’anno dello scudetto, il biondo vichingo è stato colpito da un lungo infortunio: “Quel periodo è l’unica cosa che cambierei se potessi, però mi ha fatto crescere tantissimo. Abbiamo fatto un grande percorso in questi anni, crescendo tanto, ma bisogna migliorare ancora”. Ora lo aspetta un Europeo da giocare con la Danimarca dopo il saluto a San Siro, poi un futuro da decifrare: “Voglio mettere la maglia del Milan l’ultima volta a San Siro, poi c’è l’avventura con la Danimarca che è sempre speciale. Troverò un nuovo posto dove giocare ancora, ma ora conta solo questa ultima settimana in rossonero”. Signori in piedi, il Milan saluta un pezzo di Storia.
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