Milan, l’anomala festa riservata a Stefano Pioli
Sabato sera hanno salutato i tifosi tre protagonisti della storia recente rossonera: Stefano Pioli, Olivier Giroud, Simon Kjaer. La celebrazione dell’allenatore ha lasciato colpiti gli osservatori più attenti. Nemmeno a icone come Nils Liedholm, Arrigo Sacchi, Carlo Ancelotti, Fabio Capello era stato riservato un commiato di queste dimensioni. L’allenatore emiliano ha scritto la storia del club? La risposta è no, ha vinto uno scudetto esattamente come Alberto Zaccheroni nel 1998/99. Ha aperto un ciclo? La risposta è no, oltre lo scudetto non sono arrivati altri trofei. Non si può fare a meno di notare le magagne della sua gestione: gli infortuni annuali in sequenze impressionanti, il mancato lancio e imposizione dei giovani del vivaio, la mancata valorizzazione delle campagne acquisti (l’anno scorso Charles De Ketelarere, quest’anno Samuel Chukwueze per esempio), l’incapacità di contrastare l’Inter nei derby (sei sconfitte consecutive), le formazioni sbagliate e corrette in corsa (a volte gli è andata di lusso, altre male), gli errori di comunicazione con l’esterno. Fra l’altro la stagione appena conclusa ha dato ragione a Paolo Maldini, esautorato proprio perché voleva cambiarlo con un altro allenatore (Andrea Pirlo ndr).
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