Italia, Arrigo Sacchi commenta Italia-Croazia: “Poco pressing”
Dalle colonne de La Gazzetta dello Sport, l’ex c.t. Arrigo Sacchi ha commentato così il pareggio tra Croazia e Italia che ha sancito il passaggio del turno degli azzurri: “Se guardiamo il risultato è logico che noi italiani dobbiamo esultare. Ma guai a noi se cominciamo a sognare! Teniamo i piedi per terra, per favore, e analizziamo bene quello che è accaduto. Nel primo tempo la Croazia ci ha messo sotto, inutile negarlo. Gli azzurri erano poco compatti, molto sfilacciati tra i reparti, le marcature sempre approssimative nonostante Spalletti avesse inserito un difensore in più. E poi, non mi stancherò mai di dirlo, l’Italia non fa pressing, e al giorno d’oggi se non fai pressing vai poco lontano. A centrocampo avevamo tre giocatori, Jorginho, Barella e Pellegrini, che prima di ogni passaggio toccavano il pallone almeno tre o quattro volte più del dovuto. Nella ripresa, appena tornati in campo dopo l’intervallo, abbiamo commesso lo stesso errore d’inizio partita: molli, svagati, e così la Croazia è partita forte e ci ha messo in difficoltà. Donnarumma ha fatto un intervento strepitoso sul rigore di Modric, e allora ho pensato: forse adesso ci svegliamo. Invece no: cross dalla trequarti, altra dormita della difesa e gol della Croazia. Mi chiedo: possibile commettere due errori come quelli di Frattesi sul rigore e di Bastoni sulla rete di Modric? In certi casi è necessario essere più attenti, più reattivi”. Un passaggio sulle sostituzioni operate da Luciano Spalletti: “Se dobbiamo guardare al risultato ottenuto (gol del subentrato Zaccagni ndr), hanno prodotto qualcosa di positivo, però io mi aspetto molto di più da questo gruppo. So che non c’è tempo per lavorare, che non si possono fare i miracoli, ma un maggiore coraggio vorrei vederlo sul campo”. Infine all’ex allenatore, protagonista del ciclo d’oro del Milan di Silvio Berlusconi è piaciuta l’azione del pareggio: “Mi è piaciuta moltissimo l’azione di Calafiori che ha portato al gol del pareggio. Un’azione fatta con personalità, con coraggio, con tecnica. Ecco, è da qui che si deve ripartire. La crescita degli azzurri si deve appoggiare su questi episodi. E in mezzo al campo bisogna tocchettare di meno e aggredire di più, perché quando aggredisci e rubi il pallone gli avversari vanno in tilt e tu, invece, ti esalti. L’aspetto psicologico è spesso determinante e su questo Spalletti lavorerà per ottenere quel salto di qualità che tutti si aspettano”.
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