Milan, è crisi di gioco e risultati: i tifosi contro Paulo Fonseca ma…..
Il piatto rossonero piange dopo due partite: quattro reti subite, tre realizzate, un pareggio, una sconfitta. Condizione atletica approssimativa, trame di gioco confuse e giocatori disorientati. I tifosi rossoneri contro Torino e Parma hanno cantato e sostenuto la squadra per tutta la partita. E sono andati a casa delusi e preoccupati. La tournée americana con le sensazioni positive annesse è solo un ricordo che sta sbiadendo. La cosa che ha impressionato in queste due prime gare di campionato è la mancanza di entusiasmo fra i giocatori. Si vede dalla postura del corpo, facce preoccupate, nessuno sorride. La squadra ha segnato tre reti e nessuno ha esultato praticamente, non si sono visti abbracci. Lo stesso Paulo Fonseca sembra sempre in tensione, non è sereno. È come se avesse le mani legate e non potesse fare scelte liberamente. Guarda caso dopo le amichevoli estive non ha più fatto giocare i giovani, lui che ha sempre lanciato i ragazzi senza timori. Sono spariti dai radar i vari Alexis Jimenez, Davide Bartesaghi, Francesco Camarda, Kevin Zeroli, Mattia Liberali. Tutti confinati nel Milan Futuro. La sensazione è che risponda a dei comandi dall’alto, segnatamente quelli di Zlatan Ibrahimovic. Lo svedese ha troppo potere e si è permesso di delegittimare lo stesso tecnico ribadendo che il mercato in entrata non era chiuso e che decide lui. Sfrontatezza che un dirigente esperto e consumato non avrebbe mai mostrato facendo quelle dichiarazioni. Il problema sta nella confusione dei ruoli. Persone serie e rispettabili ma a digiuno di grande calcio, a partire dal plenipotenziario Josep Cardinale. Sui social sta montando la rabbia dei supporter, stanno cominciando a capire che il problema è a monte. Vedono la chiarezza esistente negli altri club. Per esempio l’Inter ha Giuseppe Marotta presidente, Piero Ausilio d.s.; la Juventus è ripartita da un uomo mercato che ha fatto la storia del Napoli come Cristiano Giuntoli; il Bologna ha gente da una vita nel calcio come Giovanni Sartori e Marco Di Vaio. E i risultati si vedono. Potremmo fare altri esempi, ma ci fermiamo qua. Il Milan pensa al centrocampo, quando le difficoltà sono in attacco. Alvaro Morata non ha mai segnato caterve di reti, Luka Jovic è in crisi da anni, Noah Okafor è un esterno e Rafael Leao un ala che non ha il gol nel sangue. Ci sarebbe il baby Francesco Camarda ma l’Italia è un paese per vecchi….Altra osservazione: Fabio Pecchia, Alberto Gilardino, Paolo Zanetti, Vincenzo Italiano per fare dei nomi sono partiti bene. Serviva affidarsi a un allenatore straniero e per giunta senza un certo pedigree? Infine, Geoffrey Moncada e Zlatan Ibrahimovic hanno annientato l’anima italiana del Milan, storicamente presente nei grandi cicli a favore di una esterofilia esagerata. Sì, il problema si annida nelle poltrone di Casa Milan. Come se ne uscirà? Difficile dirlo, la situazione è troppo complicata.
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