Milan, è crisi profonda: scatta il piano B, tutti i dettagli.
Il piatto piange: tre partite, due pareggi, una sconfitta, sei reti subite, cinque realizzate, due punti in classifica. Maignan con una media voto già alta, abbandonato dalle amnesie difensive dei compagni di reparto. In tutto questo un nuovo allenatore come il portoghese Fonseca che in tre partite ha cambiato tre volte la formazione iniziale. Non solo, ieri sera contro la Lazio ha escluso per scelta tecnica Hernandez e Rafael Leao “colpevoli” di un rendimento non all’altezza contro il Parma. Però con i ducali la rete del momentaneo pareggio di Pulisic fu propiziata da un assist dell’asso lusitano. Sotto 2-1 sono stati sdoganati e il pareggio è arrivato immediatamente proprio da una azione da loro concertata, con la collaborazione di Abraham altro che sarà molto utile in futuro. Dopo la rete del 2-2 è stato il momento del “cooling break” al quale il terzino e l’esterno non hanno partecipato, di fatto dissociandosi dalla gestione del mister. Nel dopo gara il tecnico e i giocatori hanno gettato acqua sul fuoco, dichiarando che non era accaduto nulla. Soprattutto che erano entrati due minuti prima e avevano ricevuto indicazioni sul da farsi. Ma è evidente uno scollamento non solo fra i due e Fonseca, ma anche il resto della squadra non sembra remare a favore dell’allenatore che ha preso il posto di Pioli. Un altro segnale non notato è stato il mancato saluto di Reijnders al tecnico al momento del cambio. Troppi segnali negativi, come le mancate esultanze dopo le reti segnate in queste tre partite, la squadra gioca senza il sorriso, senza divertirsi. La tournée americana aveva lasciato sensazioni positive, invece l’impatto con la realtà è stato brutale. L’ impegno del club in sede di calciomercato è stato encomiabile perché sono arrivati atleti di indubbio valore come Pavlovic, Fofana, Morata, Abraham, Emerson Royal (ieri messo in croce da Tavares). Ma molte scelte non sono state capite, a partire dalla scelte dell’attuale condottiero: con tutto il rispetto dopo l’era Pioli occorreva un salto di qualità. Allenatori di un certo livello, capaci di incidere subito e fare la differenza. Tipo Antonio Conte, il Napoli ha già la sua impronta per esempio. Invece si è scelto un allenatore di basso profilo, negli ultimi anni alla guida di Shaktar Donetsk e Lille. Anche alcune scelte di mercato sono di difficile lettura, Kalulu alla Juventus pur esempio. Si è andati a rinforzare una diretta concorrente. È stato mandato via Adli che era un collante importante all’interno dello spogliatoio, così come è strano vedere i tentativi di liberarsi di Bennacer. L’algerino è l’unico vero regista presente in rosa. Un’altra scelta poco chiara è stata quella di affidarsi a dirigenti inesperti, Ibrahimovic in testa. Non ci si improvvisa in un ruolo da un giorno all’altro e lo svedese sta pagando dazio. Non ha e non avrà mai lo stesso carisma di Maldini per esempio, non vive la squadra in maniera totalizzante come faceva l’ex difensore sempre presente a Milanello. La squadra è senza punti di riferimento di un certo livello, Furlani e Moncada per carattere non possono esserlo, così come la figura di Scaroni è più di rappresentanza che altro. La sensazione ché filtra è quella di un equipaggio organizzato male fin dalla cabina di comando. La sosta arriva al momento giusto per calmare gli animi e riflettere ad ampio spettro. L’allenatore non è in discussione, ma intanto il piano B è pronto. Dovesse fallire i prossimi appuntamenti Fonseca sarà sollevato dall’incarico e la squadra affidata a Bonera. Questo perché il club ha già in carico lo stipendio di Pioli e non può pagare tre stipendi compreso quello del portoghese se venisse esonerato. Cardinale dal canto suo osserva perplesso e al di là delle dichiarazioni ufficiali ha messo il Milan in vendita al miglior offerente.