Serie A: Quando le icone diventano “incombranti”
Competenti, ma “incombranti!”, gli aggettivi utilizzati da Francesco Totti nel descrivere il profilo suo e delle altre icone del calcio. L’intervista di Sky offre ottimi spunti di riflessione sulla storia recente di Milan e Roma.
Due eventi tra tutti destano interesse. Il primo è l’allontanamento di Maldini. L’ex campione del Milan, evidentemente, aveva un “peso specifico” troppo grande per la proprietà statunitense che ha deciso di poterne fare a meno. Quello di Totti, invece, ha il sapore dell’incompiuto: l’ex capitano non è mai riuscito a incidere sulle decisioni societarie e la sua brevissima esperienza da dirigente alla Roma è stata archiviata senza particolari operazioni che portano il suo timbro.
Ancor diversa è la situazione di Alessandro Del Piero che in molte transizioni societarie bianconere è stato invocato a gran voce da tifosi e non solo. Di fatto, gli accostamenti non hanno poi portato ad iniziative concrete da parte del club e, di conseguenza, nessuna possibilità dirigenziale ad oggi è stata offerta a “Pinturicchio”, il cui curriculum è impeccabile sotto il profilo umano, prima ancora che culturale e sportivo.
Una cosa è certa: personalità come queste sono spesso invise alle strutture societarie in quanto, per la loro storia e blasone, rischiano di destabilizzare gli equilibri aziendali. Il clamore e “l’amore” ricevuto dai propri ha infatti una forza in grado di imporre talvolta decisioni ai club, senza l’opportuna valutazione collegiale delle conseguenze in chiave economico-aziendalistica. E ciò spaventa tutte le proprietà, nessuna esclusa.
Fa eccezione invece il caso della bandiera nerazzurra Javier Zanetti che, invece, si è ben integrato nell’attuale governance societaria interista che vede al vertice Giuseppe Marotta.
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