Milan-Juventus, vince la noia: bordate di fischi
Al termine della partita bordate di fischi all’indirizzo delle due squadre per l’indecoroso spettacolo offerto. Emozioni zero, strafalcioni a volontà, densità a centrocampo, portieri immacolati, pareggio a reti bianche. In 93′ di gara non hanno fatto un tiro in porta, difficile commentare una partita così. Probabilmente è il livello di queste squadre, lo scudetto sarà un discorso che riguarderà Napoli, Inter e le outsider Fiorentina e Atalanta. I bianconeri sono giovani e hanno un percorso medio lungo da fare ancora, i milanisti hanno gente che gioca insieme da più tempo ma non riescono ad andare oltre certi limiti. Gli exploit in campionato e Champions League di Paulo Fonseca e Thiago Motta hanno il senso dell’estemporaneità. Vero che il livello della rosa non è paragonabile a Real Madrid, Manchester City, Barcellona, Bayern Monaco, Inter, ma è lecito aspettarsi molto di più. Questo pareggio sta bene soprattutto agli ospiti privi di Dusan Vlahovic, mentre serve a poco ai padroni di casa. Ma la responsabilità delle guide tecniche in questo scialbo pareggio sono evidenti. Partiamo dal tecnico portoghese che non ha avuto il coraggio di schierare dal 1′ uno fra Noah Okafor o Samuel Chukwueze: al loro posto come esterno alto è stato messo un mediano come Yunus Musah. Fallito l’esperimento di Tijjani Reijnders come trequartista al posto di Christian Pulisic, l’olandese è abile a partire da dietro. Altra cosa: Alvaro Morata è stato spremuto per tutta la partita, osare Tammy Abraham o Francesco Camarda in corso d’opera era azzardo troppo grande? Spiace dirlo, ma allenatori da Milan sono altri. Passiamo a Thiago Motta, ha provato Timothy Weah centravanti salvo far giocare Teun Koopmeiners falso nove: la Juventus non ha mai tirato in porta. Anche perché Nicolò Fagioli era in panchina per fare spazio a Manuel Locatelli, ma i giovani vogliamo farli giocare? La manovra juventina è stata lenta, zero giri palla. Sicuramente gli impegni con le nazionali hanno pesato, ma non al punto da offrire uno spettacolo così indecente. La speranza è che si alzi il livello, che si abbia più coraggio di lanciare giovani e perché no, cambiare modulo tattico abbandonando il classico e facilmente leggibile 4-2-3-1.