Milan, gli strali di Paulo Fonseca contro……

12 Dicembre 2024 alle 11:00

Dopo la sofferta vittoria con la Stella Rossa è arrivato il momento di Paulo Fonseca in sala stampa. L’allenatore portoghese è stato protagonista di un attacco frontale alla squadra, segnerà un punto di non ritorno. Parole di pietra, un j’accuse chiaro e tondo, senza nomi. Ma i destinatari sono facilmente intuibili. Ma cosa ha detto esattamente a muso duro? Andiamo a vedere il discorso accorato pronunciato: “Io so che lavoro tutti i giorni per fare bene e insegnare alla squadra. Non so se tutti in squadra possono dire questo. Abbiamo l’ambizione di arrivare qui e dare tutto… e non l’abbiamo fatto. Quando entriamo in una partita decisiva come questa e abbiamo questo tipo di atteggiamento, senza dare tutto per questa maglia, le cose sono difficili. Abbiamo l’obbligo di dare tutto. Si può sbagliare un passaggio, ma è difficile guardare questo. Mai mi fermerò. Io ho la coscienza a posto. Se ci sarà bisogno di portare i ragazzi della Primavera o di Milan Futuro, lo farò. Senza problemi”. Messaggio chiarissimo, dritto ai giocatori, evidentemente ai giocatori che si impegnano meno. Lo scoramento, l’abbattimento del tecnico colpisce molto. Si riassume tutto in una frase: “Sono stanco come se avessi giocato? Peggio. Non posso essere soddisfatto della prestazione. Non sono arrabbiato, ma triste. Certo, abbiamo vinto e siamo in una buona posizione ma io sono fatto così. A volte sono anche stanco di lottare contro queste cose”.  Stanco di lottare: questa frase da un allenatore è molto forte. Non ha tutti i torti, la discontinuità di rendimento della squadra è impressionante, come da lui stesso rimarcato: “La nostra squadra è una montagna russa. Oggi stiamo bene, domani non lo so. E’ impressionante. La squadra deve capire che questo non può succedere”. Stando a quanto filtra, la società è d’accordo con il mister lusitano e gli ha dato carta bianca.  Per chiarezza, nomi e cognomi vanno fatti: Davide Calabria, Theo Hernandez, Ruben Loftus-Cheek, Fikayo Tomori, Noah Okafor, Samuel Chukwueze, Filippo Terracciano, Emerson Royal. Tutti ragazzi che hanno un rapporto sfilacciato con la guida tecnica, non si impegnano ed abbassano la qualità degli allenamenti. L’elogio nei confronti di Tammy Abraham e Francesco Camarda è un messaggio diretto a questo gruppo di giocatori: non sono attaccanti titolari, ma danno sempre il 100%. Cosa accadrà ora? Non è dato sapere, ma è facile prevedere un colloquio di fuoco all’interno dello spogliatoio e soprattutto la panchina o la tribuna per Davide Calabria: è fuori dal progetto, in scadenza di contratto e con un atteggiamento poco positivo. Essere al Milan per questo giocatore deve essere solo un onore, vista la mediocrità tecnica, tanto è vero che non è nemmeno un nazionale. Stesso discorso per altri, che nel Milan degli anni d’oro non avrebbero mai giocato….

di Cristiano Mezzi
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