alla sconfitta in Champions vincendo uno scontro importante per le zone
altissime della classifica.
Kalulu, Gabbia, Tomori, Theo Hernandez; Pobega (59′ Krunic), Tonali,
Bennacer (84′ Vranckx); Diaz (64′ De Ketelaere), Giroud (64′ Rebic),
Leao (84′ Origi).
Danilo, Bonucci, Bremer, Alex Sandro; Cuadrado (46′ McKennie),
Locatelli (56′ Paredes), Rabiot, Kostic (56′ Miretti); Vlahovic (78′
Kean), Milik.
dell’area del Milan, anche in superiorità, sfiorando prima il palo con
un diagonale di Cuadrado e poi calciando centralmente con Milik. Ma l’illusione per i tifosi della Juventus dura poco, perchè la squadra bianconera si abbassa, quasi in riserva, lasciando sempre più spazio e campo al Milan che prende fiducia si prende la scena alla mezz’ora di gioco. Ed ecco che al 20’ Leao di tacco colpisce un palo esterno su calcio d’angolo di Tonali. Al 26′ giallo per Cuadrado, che, preoccupato di non lasciare la squadra in dieci, si fa intimidire ed esce fuori dal gioco bianconero. La Juve si intimidisce e il Milan è bravissimo ad approfittarne. Al 34′ ancora palo di Leao: conclusione da fuori
area diabolica dell’attaccante, sulla quale Szczesny avrebbe faticato ad arrivare, ma
l’estremo difensore della Juventus viene ancora salvato dal legno.
inglese, che però di controbalzo riesce a girarsi e batte Szczesny da pochi passi.
con un conclusione potente in area, deviata in angolo da Tomori.
con le carte in regola per il secondo scudetto di fila, ma anche il
segno della grande versatilità della squadra rossonera, di una rosa
compatta e fortemente motivata.
Cos’è cambiato rispetto alla prestazione di qualche giorno prima in Champions League? La squadra deve imparare a non avere timore delle grandi: di fronte
alla Juventus sapeva di poter vincere e si è presentata con un
atteggiamento completamente diverso rispetto a Londra. Se da una parte si nota grande brillantezza fisica e forza mentale, sponda Juve la situazione è ben più complessa.
minuti, nei quali la formazione di Allegri ha creato almeno un paio di occasioni da
gol cercando di prendere in mano il pallino del gioco, fatto non
scontato fino a qualche settimana fa. E nel finale, approfittando anche
di un calo fisiologico dei rossoneri in situazione di doppio vantaggio,
ha provato con Kean a dare fastidio a Tatarusanu. Il problema (il grosso
problema) è tutto quello che c’è stato in mezzo: per gran parte della
gara la Signora è ricaduta nei propri vizi.
Sorprende lo stato d’animo di Allegri ai microfoni di Dazn. L’allenatore, di solito incline a lanciare segnali di ottimismo all’esterno, è stato questa volta lapidario. Queste alcune tra le dichiarazioni più significative di un Allegri deluso e amareggiato ai microfoni delle emittenti Sky e Dazn: “A un certo punto smettiamo di giocare in avanti e iniziamo a giocare all’indietro:
questa è una cosa che non deve esistere, su cui dobbiamo lavorare.
Quando giochi palla all’indietro gli altri ti vengono addosso e prendono
campo. Dobbiamo essere più cattivi nei contrasti e nella voglia, e toglierci di dosso le paure. La misura dei passaggi, poi, non si può sbagliare”.
L’allenatore ha inoltre evidenziato i numerosi errori tecnici che, in una partita di questo livello, si pagano inevitabilmente.
Milan-Juve era importante per tanti aspetti, complimenti ai ragazzi per una vittoria meritata“.