Come noto, il Tas di Losanna ha ridotto la squalifica inflitta a Pogba da 4 anni a 18 mesi, e si attende il ritorno in campo del francese nel mese di marzo. A 32 anni, Paul sembrava voler fare altre esperienze e lasciare il club bianconero. Perplessità sulla sua permanenza che sono state espresse anche dallo stesso club torinese, che sembrava disposto a rinunciare al francese vista la sua lunga assenza dagli allenamenti. Ma in una recente intervista alla “Gazzetta dello Sport”, Paul ha spalancato le porte ad un nuovo futuro alla Juventus: “Io sono disposto a rinunciare anche a dei soldi pur di giocare ancora nella Juve. Voglio tornare, sono ancora un giocatore della Juventus”. Sul suo numero di maglia, che è stato assegnato a Kenan Yildiz: “Non è il mio numero, è della Juve! Quando nel 2016 sono tornato a Manchester, non mi sono portato dietro il 10. Ho detto a Kenan che ha talento, gli voglio bene e merita quella maglia. La Juventus ha fatto bene a pensare al presente, io ero squalificato per 4 anni quando hanno assegnato il 10 a Kenan“. Sulla sua voglia di trasferirisi altrove, Pogba ha spiegato le sue motivazioni e da cosa fosse scaturita: “Non mi allenavo più, mi sono sentito come un leone in gabbia. A un certo punto volevo andare via dall’Italia con la famiglia perché mi faceva troppo male al cuore questa situazione. In Italia con un altro club? Oggi è impossibile, non mi vedo con un’altra maglia”.
Il calciatore ha ricevuto anche offerte dal City.“Per la Juve ho detto no anche a Guardiola!” Dichiarazioni, queste ultime, che suonano come una vera dichiarazione di fedeltà ed amore ai colori bianconeri.
C’è sicuramente da convincere Thiago Motta (prima ancora che il gruppo dirigenti), il quale, per suo credo professionale, ripone estrema fiducia nell’organico che gestisce e difficilmente tende a reintegrare calciatori che sono fuori squadra da molto tempo. L’atteggiamento di timidezza nei confronti della questione Pogba tenuto dall’allenatore nelle ultime settimane è figlio della volontà di tenere saldo e compatto il collettivo che gestisce, senza far trapelare possibili favoritismi verso calciatori che potrebbero porsi in concorrenza con i centrocampisti attuali. In altre parole, Thiago Motta porta avanti il criterio del merito e ogni calciatore, indipendentemente dal nome e dalla storia, può ritagliarsi uno spazio meritando sul campo.