DI MATTEO: IL PRONOSTICO SU INTER-CITY
A pochi giorni dalla finale tra Inter e Manchester City, l’ex centrocampista e allenatore Roberto Di Matteo ha espresso il suo parere. Il 53 enne italo – svizzero attualmente lavora in Giappone come consulente tecnico dello Jeonbuk Hyundai.
Nel 2012 era alla guida del Chelsea, sconfisse il Bayern Monaco ai rigori e sollevò la coppa dalle grandi orecchie. Un successo contro ogni pronostico, i bavaresi erano stati incoronati con largo anticipo da addetti ai lavori, opinionisti, tifosi eccetera. Fu la prima Champions League nella storia del club londinese. Ricordando quell’impresa, spinge l’Inter a crederci. Il Manchester City è una corazzata, guidata da uno dei più grandi allenatori del mondo. Ed è una squadra infarcita di stelle: Jack Grealish, Phil Foden, Kevin De Bruyne, Julian Stones, Rodri, Erling Haaland fra gli altri. Persino i bookmakers non puntano sulla squadra milanese.
Questo lo stralcio dell’intervista concessa alla “Gazzetta dello Sport“: “Noi eravamo sfavoriti, lo sapeva tutto il mondo! E anche l’Inter, in effetti, lo è… Il paragone non calza del tutto perché il City non gioca in casa e la squadra di Inzaghi è al completo. Guardiola ha una squadra incredibile, ma l’Inter ha delle chance. Il mio Chelsea insegna che con la giusta motivazione si può fare qualsiasi impresa”.
L’ex centrocampista della Lazio fa capire che le motivazioni hanno un ruolo fondamentale: “La convinzione fa la differenza. Noi ce l’avevamo: eravamo un po’ ammaccati, ma straconvinta di potercela fare. Lo stesso spirito anima l’Inter: non mi sembra una squadra impaurita”. L’ostacolo vero per i nerazzurri, secondo Roberto Di Matteo è Josep Guardiola: “È più di un allenatore. È un visionario, studioso, creativo: sa quanto competitivi siamo noi italiani, ci teme. Giocare contro di lui può essere, però, una sofferenza: l’ho visto anche quando da allenatore dello Schalke ho affrontato il suo Bayern. Mette sempre qualità dentro a un sistema imprevedibile, cambia quando non te lo aspetti. Prima della semifinale 2012, guardai col mio staff decine di partite per capire se aveva dei punti deboli… Pensavamo a ogni possibile soluzione e il risultato era sempre lo stesso: non c’era verso, sulla carta avrebbero dovuto vincere loro. Ma poi ciò che metti su carta, cambia per magia nella realtà…”.
Mentre accoglie Dan Petrescu quale nuovo allenatore dello Jeonbuk Hyundai, afferma che Kevin De Bruyne è anche più importante di Erling Haaland: “Haaland sta strabiliando, ma il motore è De Bruyne, uno che recupera, dà l’assist e poi va a segnare: fa tutto lui. E poi con un’umiltà impensabile: neanche si rende conto quanto sia forte! Ma in una finale si può fermare chiunque, anche questo Kevin”. Insomma, Roberto Di Matteo cerca di fare coraggio all’Inter di fronte all’Everest inglese.
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