E sulla sospensione ai suoi danni ha aggiunto: “La sospensione mi è stata imposta dalla Federazione italiana. Ma non sono stato ascoltato e non ho potuto difendermi“.
La conversazione si concentra poi sul progetto – mai tramontato del tutto – di riforma del calcio europeo, che vede nella Superlega il fulcro.
A PROPOSITO DI UEFA
La dichiarazione di guerra di Agnelli riparte dai vecchi propositi: “Il monopolio della Uefa deve essere spezzato per dare ai club un futuro finanziariamente stabile. Un futuro in cui i club non cadano nel caso non si qualificano una volta per le competizioni europee. Questo è un problema per qualsiasi club. L’Ajax è diventato campione d’Olanda nel 2019, ha vinto la coppa e la Supercoppa e ha disputato le semifinali di Champions League. Due mesi dopo, il club avrebbe potuto essere eliminato nel turno preliminare della nuova Champions League. Con una tale incertezza, non è possibile come club prendere decisioni a lungo termine sostenibili e sane”. Anche perché “se si mantiene il sistema attuale, il divario tra i club inglesi e spagnoli in particolar modo e gli altri, non fa che aumentare. Ad eccezione probabilmente per il PSG e il Bayern Monaco”.
Agnelli dice di aver provato la riforma dall’interno della Uefa, fallendo nell’intento: è stata una guerra che non sono riuscito a vincere. I top club di tutte le sottodivisioni dell’ECA si erano accordati su un nuovo formato. Ma i club di medie dimensioni delle grandi leghe, i dirigenti delle grandi leghe e alcune associazioni nazionali vedevano il nuovo formato come una minaccia e quindi Ceferin si è ritirato. Allora non si resta fermi, ma si prendono altre strade per arrivare a ciò che si vuole fare per il calcio europeo di club”.
LA SUPERLEGA
La nascita della Superlega, secondo lui, è ancora aperta: “La possibilità che il progetto prenda il via dipenderà dalla Corte di Giustizia Europea“, che dovrà pronunciarsi sull’abuso di posizione dominante della Juve.
“IL CALCIO E’ DIVENTATO TROPPO PREVEDIBILE”
Il risvolto sportivo delle disuguaglianze economiche tra campionati è, per Agnelli, l’allontanamento del pubblico dal calcio: “A parte la mancanza di stabilità finanziaria, in molte competizioni, nazionali e internazionali, i vincitori sono noti in anticipo. Principalmente a causa degli introiti che i club ottengono dal mercato nazionale. L’Inghilterra è al primo posto in questo senso e si può vedere come la Premier League sia rappresentata in maniera generosa nelle fasi finali dei tornei di coppe europee. La Spagna è subito dietro insieme ad alcuni club come il Paris Saint-Germain e il Bayern Monaco. Ma in una competizione sportiva è importante che ogni partecipante abbia la possibilità di vincere. Se rimane tutto così prevedibile, come in questo momento, il pubblico si allontanerà dal calcio“.
SULL’EX AMICO CEFERIN
Infine, sul suo rapporto con Ceferin, passato da amico fraterno a nemico giurato: “Non ho alcun problema con lui – giura Agnelli – quando mi chiama rispondo. Ma con me l’amicizia e i sentimenti personali non si intromettono negli affari, Aleksander è il padrino di una delle due mie figlie, è stata una scelta del momento: ha promesso davanti a Dio che se mi succedesse qualcosa si prenderebbe cura di lei, da questo non si può tornare indietro”.