Fagioli racconta: “Scommettere diventò una malattia”
Prosegue il percorso di recupero di Nicolò Fagioli, dopo la squalifica del caso scommesse. Il centrocampista bianconero ha parlato nel corso dell’evento “Perdere non è un bel gioco”, che si è tenuto nel tado pomeriggio di martedì all’ex teatro Araldo di Torino per sensibilizzare i giovani sul gioco d’azzardo. “Ho cominciato le prime volte quando avevo 16 anni, all’inizio era come un gioco, poi pian piano è diventato una malattia, ho iniziato subito con le scommesse sportive.” Fagioli ha ammesso come questo è stato il periodo più difficile della sua vita, lo star lontano dal campo lo ha logorato ancora di più: “Dal mio punto di vista mi avrebbe sicuramente aiutato continuare a giocare a calcio. Star lontano dai campi è una punizione che mi hanno dato ma ha reso le cose ancora più difficili.” Il centrocampista aggiunge: “Ho tantissima voglia di tonare in campo, non vedo l’ora che sia il 19 maggio quando finirà la squalifica, il 25 maggio dovrei giocare l’ultima partita di campionato”. Fagioli il 19 ottobre 2023 ha patteggiato con la Procura Federale una squalifica di 12 mesi, di cui solamente 7 però lontano dai campi, oltre a una multa di 12.500 euro. L’accordo con la Figc prevede anche un percorso di riabilitazione. “Fagioli dovrà partecipare ad un piano terapeutico della durata minima di 6 mesi e ad un ciclo di almeno 10 incontri pubblici, da svolgersi nell’arco di 5 mesi, presso Associazioni sportive dilettantistiche, Centri federali territoriali, Centri per il recupero dalla dipendenza dal gioco d’azzardo, e comunque secondo le indicazioni e il programma proposti dalla FIGC”.
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