ITALIA-INGHILTERRA: LA PRIMA SENZA VIALLI
Sarà la prima partita che Roberto Mancini allenerà senza Gianluca Vialli, il suo amico, compagno, confidente nonché occhio, bocca, cuore e anima all’interno del gruppo. Mancherà tantissimo a tutti i tifosi italiani, nonchè agli stessi calciatori della Nazionale. Il sentimento che provano tutti i calciatori azzurri è stato espresso con poche parole da un post di Gigio Donnarumma sui social, nel quale video Gianluca Vialli gli corre incontro al termine di una partita dell’Europeo e lo abbraccia. La didascalia recita: “Manchi… e in questi giorni ancora di più”. Su di lui si è espresso anche il ct della Nazionale Roberto Mancini, alla vigilia di Italia-Inghilterra, in conferenza stampa: “La partita contro l’Inghilterra è la prima senza Luca e per me, per noi tutti, è sicuramente una grande emozione. Ho avuto la grande fortuna di averlo come compagno in campo e poi lavorarci insieme. Voi inglesi avete avuto la fortuna di averlo a giocare a Londra e diventò quasi cittadino londinese. La perdita è stata molto dolorosa, la sua mancanza è una grande tristezza ma sappiamo anche che le persone come lui sono immortali e sarà sempre con noi”.
IL CAMMINO DI VIALLI IN NAZIONALE
Ma quale è stato il cammino di Vialli nella nazionale azzurra? L’ala sinistra da Cremona passa alla Sampdoria, Vicini pensa di schierarlo come centravanti nella sua spumeggiante Under 21, dove Vialli lo ripaga con 11 reti, di cui 4 nel Campionato Europeo del 1986. Ci porta fino in finale Gianluca e tutti noi ci innamoriamo di quella squadra. Nel Mondiale del 1986 non riecse ad incidere, si trova in un cambio generazionale che lo travolge, ma il 14 novembre 1987, quando a Napoli l’Italia si gioca con la Svezia la qualificazione a Euro 1988, sono firmati da lui i due gol che ci danno quel torneo così importante per il nostro futuro. In Germania poi Vialli segna anche un gol favoloso contro la Spagna, ma sbatte con i suoi compagni contro l’ultima grande Unione Sovietica. Passano due anni e arrivano le Notti Magiche. Viviamo sulla brezza leggera e calda di Totò Schillaci, ma che disdetta aver giocato il Mondiale dei sogni praticamente senza Vialli, con problemi fisici che lo hanno limitato e fatto giocare fuori forma. Quel Mondiale con un Vialli al 30% è forse il più grande rammarico della storia recente della nostra Nazionale. Terminato il Mondiale, cambia il mondo. Arriva Arrigo Sacchi, l’uomo che ha cambiato il calcio. Vialli vive un momento complicato con la sua nuova squadra, la Juventus, Trapattoni lo schiera a centrocampo, Sacchi lo vorrebbe dentro l’area di rigore. Gioca poco con Sacchi. Si dice che a Eindhoven nel 1992, sotto 2-0 contro l’Olanda abbia chiesto a tutti di non seguire alcuni dettami di Sacchi. Vinciamo 2-3 grazie a un suo meraviglioso gol di testa, ma questa potrebbe essere stata la goccia a far traboccare il vaso. Vialli fa in tempo a segnare l’ultimo gol, a Malta, nella sua ultima partita con la maglia azzurra. La carriera da calciatore continua, vince la Champions League, diventa idolo in Inghilterra, inizia anche ad allenare mentre continua a giocare. Poi diventa un bravissimo commentatore tecnico e la Nazionale la sfiora sempre di striscio, come uno di quei vecchi amori che hanno fatto troppo male per riparlarne o magari rivederci.L’unico modo per tornare in azzurro era farlo perché spinto da un’altra forma d’amore, l’amicizia viscerale che aveva con Roberto Mancini. L’11 novembre 2019 diventa capo delegazione della Nazionale del Mancio.
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