Marco Negri, in un’intervista alla “Gazzetta dello Sport’, ricorda: “Mi arrivò una pallina a 100 all’ora nell’occhio e non vidi più nulla”. Esploso in Serie B con il Cosenza, si è poi confermato ad alti livelli con il Perugia, tanto da meritarsi un trasferimento ai Glasgow Rangers. Proprio nel corso dei suoi primi mesi passati in Scozia, cattura le attenzioni di tutta Europa segnando goal a ripetizione, ma all’improvviso una partita di squash stronca la sua carriera calcistica. Questo il suo racconto: “Prima una luce fortissima, poi il buio più cupo. Rende l’idea? Nell’estate del 1997 il presidente del Perugia Gaucci mi vende per 10 miliardi di lire ai Rangers di Glasgow. Avevo chiuso quel campionato segnando, al primo anno di A, 15 reti senza rigori. In B l’anno prima ne avevo fatti 19 col Perugia e prima ancora 18 con il Cosenza. Segno 23 gol nelle prime 10 partite, arrivo a Natale mettendo a referto 30 gol, una volta ne faccio 5 in un colpo solo contro il Dundee. Una magia e poi…”. Poi l’evento imprevisto che gli cambia la vita: “Il 5 gennaio del 1998, un mercoledì, non ci alleniamo, così accetto controvoglia di andare a giocare a squash con Sergio Porrini. Era la seconda volta in vita mia. Mi arriva una pallina a 100 all’ora dritta sull’occhio e l’occhio mi esplode. Mi si stacca la retina, sanguino, non vedo più nulla. A Porrini ancora oggi dico che con le mani era persino peggio che con i piedi (ride) e ce ne vuole… C’è persino un lato comico: Porrini e Gattuso mi portano in ospedale, ma sbagliano reparto, finiamo in maternità. È stato lo spartiacque della mia carriera. Polmonite, infezione a un osso, due ernie. Feci gli esami del sangue: un disastro, avevo i globuli tutti sballati. Il medico del club mi disse: o è Aids o è il morbo di Hodgkin. Invece era stress, stavo male, ero dentro a un tunnel cupissimo. Ho passato altri due anni in Scozia, tra cliniche e tribunali, perché alla fine i Rangers smisero di pagarmi”.