Che fine ha fatto Mido, il (primo) Faraone di Roma?

3 Maggio 2024 alle 21:17

Abdelamid Hossam Ahmed Hussein, in arte Mido, è stato il primo e inconfondibile Faraone di Roma prima dell’arrivo di Stephan El Shaarawy. Il suo approdo fece felice la comunità egiziana di stanza nella Capitale, anche se le cose in giallorosso non andarono bene il ricordo è sempre vivo. Nato al Cairo nel febbraio 1983, esordì a soli 16 anni nello Zamalek, società polisportiva egiziana con sede a Giza, sobborgo della capitale, segnando 3 gol nelle sue prime 4 gare ufficiali: prima ala sinistra, poi centravanti puro da 190 cm per 80 kg, è nettamente sprecato nel calcio africano, e viene subito portato in Europa dai belgi del Gent, a 17 anni. Nei primi anni di carriera è devastante: media di un gol ogni due partite, prima in Jupiler League, poi nell’Ajax, che non si fa sfuggire quel calciatore dalla classe sopraffina, ma dal carattere particolare. Nonostante la nostalgia di casa, ad Amsterdam segna tantissimo, 21 reti in 40 presenze, ma è anche protagonista di episodi controversi, sia in campo che fuori, come le sfide automobilistiche sull’anello autostradale della città di Amsterdam con Zlatan Ibrahimovic, Ferrari contro Mercedes, o le notti passate nei night della città olandese. Ma i vizi extracalcistici sono troppi e troppo preponderanti: il rapporto con il tecnico Ronald Koeman inizia a farsi burrascoso, tanto da venir spesso spedito nella squadra riserve. Si sfoga bevendo e non facendo vita da professionista, anche se la squadra difficilmente può fare a meno di lui,  in coppia con l’attaccante svedese è devastante.  La goccia che fa traboccare il vaso è un litigio con i compagni di squadra, con Zlatan Ibrahimovic nei panni inediti di difensore del gruppo: Mido accusa tutti di essere dei perdenti e in preda alla follia lancia una forbice verso l’attaccante svedese, che viene mancato di un pelo! E’ la fine del rapporto del Faraone con i Lancieri: viene ceduto in prestito al Celta Vigo per pochi mesi, in cui il giocatore continua comunque a mantenere una media gol impressionante e nell’estate 2003 si trasferisce a titolo definitivo in Francia, all’Olympique Marsiglia. In Francia si ambienta subito: i gol arrivano con regolarità e la coppia che va a formare con l’altro attaccante africano, Didier Drogba, è devastante. Ma il carattere dell’egiziano rovina anche questo sodalizio. Dopo il Marsiglia, la Roma:  8 presenze stagionali e nessun gol, la sua peggiore stagione di sempre, tanto che i capitolini lo mandano in prestito al Tottenham. A Londra, esaltato dalla vita notturna, riesce a tornare in doppia cifra, tanto da convincere gli Spurs ad ingaggiarlo a titolo definitivo: ma è il canto del cigno, visto che l’egiziano riprende con la solita vita sregolata, tanto da venire escluso dalla Nazionale (con la quale ha un bilancio di 23 reti in 51 partite) per sei mesi dopo un litigio con il c.t., che gli costa la finale di Coppa d’Africa. Per consolarsi, il Faraone beve e mangia, diventando un assiduo frequentatore del fast food KFC: diventa lento, sovrappeso, svogliato e bolso. La sua carriera si conclude tra Inghilterra (Middlesbrough, Wigan, West Ham e Barnsley), il ritorno prima all’Ajax e poi in Egitto, allo Zamalek, ma non ci sono più colpi di scena. Il calciatore Mido è finito, il talento cristallino è andato sprecato a causa di un carattere impossibile. Si ritira a soli 30 anni e diventa il tecnico più giovane nella storia del calcio egiziano: nel gennaio 2014 è diventato allenatore del club che l’ha lanciato, lo Zamalek, con il quale vince una Coppa d’Egitto, prima di essere esonerato e assunto dai rivali dell’Ismaily. Dopo aver coperto l’incarico di direttore tecnico per il Lierse, società belga, e dell’Al-Wahda, società saudita, diventa prima supervisore tecnico del Pyramids, poi torna in panchina all’Ismaily, dove è stato fino a fine 2023. Ora fa il commentatore per una tv egiziana.

di Cristiano Mezzi
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