Prelevato dal Real Madrid Castilla, la squadra B delle Merengues, il difensore spagnolo si è rivelato un acquisto super azzeccato. Mario Gila oggi rappresenta un elemento imprescindibile nella difesa biancoceleste, ma il percorso per arrivare qui è stato lungo e tortuoso. Intervistato ai microfoni del quotidiano La Repubblica, rivela le difficoltà affrontate all’inizio, sotto la gestione Sarri, fino a dover ricorrere all’aiuto di uno psicologo. “Non ho giocato per più di un anno, non mi dava fiducia. All’inizio l’ho presa male, ero arrivato alla Lazio con tante aspettative ed è stata dura, mi ero intristito, mi sentivo in un tunnel. In quel periodo ho avuto bisogno dell’aiuto di uno psicologo, è stato fondamentale, mi ha insegnato a vedere le cose in modo positivo. Sarri aveva le sue ragioni, non ero un top e dovevo crescere, ora lo ringrazio perché mi ha insegnato tanto a livello tattico.” Il paragone con l’allenatore attuale della Lazio, Marco Baroni, con il quale si è sbloccato: “Cos’ha Baroni di speciale? L’umiltà. Ci sono tecnici che dicono subito “qui comando io” e si comportano di conseguenza. Lui è diverso, ti vuole bene, coinvolge tutti, comprende le necessità di ciascuno di noi. Ecco perché nella Lazio chi entra dà sempre il 100%”.