Queste le formazioni del match:
LAZIO (4-3-3): Provedel; Lazzari, Patric, Romagnoli, Marusic; Milinkovic, Cataldi (dal 29s.t. Basic), Luis Alberto (dal 7’s.t Vecino). ; Felipe Anderson, Immobile, Zaccagni (dal 7’s.t. Pedro). All.: Sarri
NAPOLI (4-3-3): Meret; Di Lorenzo, Rrahmani, Kim, Mario Rui (dal 45’+2s.t. Olivera); Anguissa, Lobotka(45’+2s.t. Ndombele), Zielinski (dal 22’s.t. Elmas); Lozano (dal 45’p.t. Politano), Osimhen, Kvaratskhelia (dal 22’ s.t. Raspadori). All.: Spalletti
La partita
L’azzurro ispira la prima grande azione napoletana della ripresa, ma Kvaratskhelia spreca facendosi murare da Provedel in uscita. Il georgiano si trasforma in assistman per Zielinksi pochi istanti dopo, ma ancora Provedel è decisivo con un riflesso eccezionale. Il Napoli è straripante, la Lazio sonnecchia e al 50′ ringrazia il palo su un’altra zuccata, questa volta di Osimhen. Non è finita perché ancora Kvaratskhelia va vicinissimo al gol, sparando sopra la traversa da ottima posizione su suggerimento di Zielinski. I cinque minuti di fuoco del Napoli spingono Sarri a operare qualche cambio, con gli ingressi di Pedro e Vecino, ma la musica non cambia e al 62′ il Napoli va meritatamente in vantaggio: assist di Anguissa, sassata di Kvaratskhelia, che al quinto tentativo trova finalmente il fondo della rete. Il match comincia a farsi piuttosto teso, la Lazio protesta per una sgomitata di Mario Rui in area su Lazzari e al 70′ va vicina al pari con una spizzata di testa di Felipe Anderson che impegna Meret. È però il sussulto finale di una partita che si spegne nell’ultimo quarto d’ora.
Su Kvaratskhelia: “Non sono rimasto sorpreso del suo inizio, anzi oggi sì per via del gol che ha sbagliato perché è un giocatore molto tecnico. Poi è un ragazzo molto timido, che non vorrebbe mai sentirsi al centro di una stanza, ma in campo ha tutto un altro atteggiamento”.