ILING–JUNIOR: IL NUOVO TALENTO DELLA JUVENTUS
Nella triste serata del match in Champions League contro i portoghesi del Benfica, c’è una nota positiva da segnalare che porta il nome di Iling – Junior. Nell’ultima uscita Europea che ha decretato per i bianconeri l’ eliminazione in Champions nel girone H, la squadra, alla quale Allegri aveva chiesto maggiore intensità e attenzione in fase difensiva, non ha evidentemente rispettato quanto pianificato dal tecnico. Contro il Benfica è andato in scena un altro copione: la Juve ha sofferto troppo la qualità degli avversari e ha commesso ingenuità difensive clamorose. I bianconeri, assenti per tutti i primi 70/75’ del match, sono venuti fuori solo nell’ultimo quarto d’ora, grazie all’ingresso di Milik, Solulè e Iling – Junior.
In questa sede è utile soffermarsi sul profilo di quest’ultima giovane promessa. Mancino, classe 2003, struttura fisica importante, ruolo esterno che sulla sua corsia può essere schierato nel doppio ruolo di ala sinistra (posizione nella quale sa essere devastante, come mostrato al cospetto del Benfica) oppure nella posizione di centrocampista. Cercato da Bayern Monaco, Paris Saint-Germain e Borussia Dortmund, il giovane talento d’Oltremanica aveva riconosciuto qualità tali che l’acquisto non sarebbe stato un azzardo. E così è stato per la Juventus che ha battuto la concorrenza. Per lui concessi cinque minuti contro l’Empoli in campionato che gli sono serviti per rompere il ghiaccio. Ma quello era solo un assaggio delle sue enormi potenzialità. Al debutto in Champions League non mostra segni di impaccio ed emozione, la palla non gli scotta tra i piedi.
Ha spalle già abbastanza larghe per caricarsi addosso anche la responsabilità di dare alla squadra spirito e capacità di reazione che i ‘vecchi senatori’ non riescono più ad assicurare. Il suo ingresso e quello di Soulé, complice un calo di tensione clamoroso dei portoghesi, spingeranno addirittura la Juve a un passo dalla rimonta e da un pareggio incredibile. Allegri gli lascia una mezz’ora buona per l’ultimo assalto in un match che sembrava stregato sul 4-1 e poi riapertosi all’improvviso per la girata del polacco e il tocco in mischia di McKennie. Nell’uno e nell’altro caso c’è il suo zampino.
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