
Juventus, è tutta colpa di Thiago Motta?
L’avventura bianconera di Thiago Motta volge al termine, le parti si saluteranno a giugno, possibilmente con il pass per la prossima Champions League in mano. Difficilmente sarà il tecnico italo-brasiliano a guidare la squadra bianconera al Mondiale per Club negli Stati Uniti. Dopo il terribile rovescio subito dalla Fiorentina si pensava ad un esonero immediato, invece l’uomo mercato Cristiano Giuntoli ha confermato la fiducia societaria. Illogico un cambio a nove giornate dal termine e con la zona Champions League a -1 dal Bologna. Allo stadio e sui social è in atto il pubblico ludibrio nei confronti dell’ex Bologna e Spezia, ma la domanda è: tutta colpa sua? Fatichiamo a crederlo, basti pensare che fino all’infortunio di Gleison Bremer la squadra stava volando. Non solo, gli infortuni sono stati una costante e a vario titolo hanno colpito tutta la rosa. In campo vanno i giocatori e l’impressione è che molti non siano da Juventus o che avvertano il peso di una maglia leggendaria. L’involuzione di Dusan Vlahovic ha radici lontane, il centravanti non funzionava anche con Max Allegri. Alcuni ragazzi arrivati in estate non hanno risposto alle attese, Douglas Luiz e Nico Gonzalez su tutti e alcune scelte (fatte da chi?) si sono rivelate sanguinose e parliamo soprattutto degli addii di Nicolò Fagioli, Dean Huijsen e Moise Kean. Lo spogliatoio non sembra molto compatto, probabilmente il fatto di non avere un undici di base ha creato malumori, con l’allenatore che ogni volta cambia formazione di partenza. La squadra è troppo giovane, mancano leader. Non può esserlo Federico Gatti, manca di personalità. Stesso discorso per Manuel Locatelli, poteva esserlo Danilo misteriosamente rispedito in Brasile. Insomma, parecchio non va alla Continassa e più che invocare il ritorno di Antonio Conte o di chi per lui, forse bisogna ripartire da una dirigenza forte e farsi due domande sul ruolo di Cristiano Giuntoli: il mercato è condotto in prima persona, con Max Allegri si è arrivati allo scontro quasi fisico. Forse servono altre figure più esperte e pregne di juventinità, un nome, anzi due a caso: Giorgio Chiellini e Leonardo Bonucci.
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