Milan, non era colpa di Fonseca e non è di Conceicao

23 Febbraio 2025 alle 17:25

La sconfitta di ieri sera ha cucito le bocche in casa Milan, oggi giorno libero per tutti e ripresa prevista per lunedì. Riflessioni in corso sull’asse Italia-Usa, si calcolano i danni economici e Gerry Cardinale è silente. Uomo d’affari digiuno di calcio, ma ha compreso da solo che non era colpa di Paulo Fonseca e non è colpa di Sergio Conceicao. Ma di una dirigenza non all’altezza della situazione e della storia rossonera. Lo stesso pensiero che attraversa la famiglia Friedkin, non a caso al lavoro per potenziare la dirigenza. Il tecnico francese e ora quello portoghese si scontrano con una rosa costruita male. Gli ultimi acquisti invernali hanno bisogno di tempo per inserirsi e parlare male adesso di Joao Felix o Santiago Gimenez non ha molto senso. Stefano Pioli aveva fatto un grande lavoro perché aveva alle spalle Paolo Maldini e Frederic Massara, uomini di calcio a tutto tondo. Oggi la struttura dirigenziale si basa su Zlatan Ibrahimovic che non figura nemmeno nell’organigramma, anomalia incredibile e tutta americana. In pochi mesi il Milan ha cambiato due allenatori come una provinciale ed è successo di tutto: con una dirigenza forte, anche il gruppo squadra funziona meglio. Basti pensare al Milan di Silvio Berlusconi con Adriano Galliani, Ariedo Braida e Silvano Ramaccioni. Occorre arrivare a giugno per capire cosa succederà, ma di certo il tifoso più attento capirà che l’allenatore è solo un capro espiatorio delle colpe altrui. Non a caso le contestazioni verso la dirigenza sono stretta attualità: peccato che i dirigenti non conoscano la parola dimissioni. Si parla di Antonio Conte e si fa del male ad una tifoseria intera: l’allenatore leccese con questa dirigenza non arriverà mai, perché Zlatan Ibrahimovic dovrebbe rimangiarsi le parole dette mesi fa. In tutto questo giova anche ricordare che questa squadra è anche sfortunata: è uscita dalla Champions League per gli infortuni di Mike Maignan e Theo Hernandez, ha perso con il Torino per il “solito” portiere (un paio di turni di riposo no?) e due reti regalate. I granata sono stati dominati in lungo e largo, San Vanja Milinkovic-Savic. Un consiglio vivissimo ci sentiamo di darlo: ripartire da Sergio Conceicao e con una squadra costruita da lui. Conosce già ambiente e strutture, ha fame e si è legato alla causa. Non solo, RedBird per molto meno ha mandato via Paolo Maldini: se chi sbaglia paga, la legge deve valere anche per il trio attualmente nelle stanze dei bottoni.

di Cristiano Mezzi
Milan Segio Conceicao

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