Napoli, cosa ha portato Walter Mazzarri? Le differenze con Rudi Garcia
Aria nuova a Napoli dopo il successo in terra bergamasca. Conclusa l’era Rudi Garcia, il nuovo/vecchio allenatore Walter Mazzarri si è insediato in panchina e ha cercato di cambiare il clima negativo che regnava nello spogliatoio. Indicativo il bacio di Kvicha Kvaratskhelia all’allenatore, dopo la fine della partita. Si è approcciato in maniera umile al gruppo squadra, con colloqui di gruppo e individuali. Ha messo subito in chiaro una cosa: il Napoli dello scudetto, quello che incantava tutta Italia non può essere sparito. I giocatori sono gli stessi, le qualità anche. E ha riportato la squadra sulle linee di gioco di Luciano Spalletti, a cominciare dall’aggressione alta sui portatori di palla. La vittoria farà bene a tutto l’ambiente, ma sarà saggio rimanere con i piedi per terra. In fin dei conti il successo è stato firmato dall’errore fatale del portiere orobico Marco Carnesecchi. Molto andrà fatto, ma intanto la classifica sorride e il clima si è rasserenato. Troppo rude l’ex tecnico francese, troppo voglioso di imporsi con i suoi metodi, andando a toccare equilibri e meccanismi consolidati. Il tecnico livornese è abbastanza intelligente e ha capito al volo la necessità di restituire sicurezza ai giocatori riportandoli all’antico. Ma l’allenatore sta già studiando la possibilità di passare alla difesa a tre più avanti, per sfruttare meglio le caratteristiche dei difensori in rosa. I vari Natan, Leo Ostigard, Amir Rrahmani, Juan Jesus sono sbituati a giocare anche con la linea a tre. Inoltre, Walter Mazzarri intende dare più spazio al macedone Elijf Elmas, classe 1999 e capace di giocare in ogni zona del centrocampo e di destreggiarsi anche sulle fasce offensive. Con la fiducia del nuovo mister potrebbe esplodere definitivamente. E regalare al Napoli un titolare in più, visto l’infortunio occorso a Jesper Lindstrom.