Sanchez su Conte: “Avevo 15 minuti per dimostrare chi ero”
Si parla da più parti del futuro di Antonio Conte, soprattutto in chiave Napoli. Intanto però non tutti concordano sul carattere e sul modo di gestire i calciatori da parte del del tecnico. Ai microfoni de La Voz de la Experiencia, podcast cileno, Alexis Sanchez dice la sua. Sotto la guida del tecnico leccese ha sempre avuto poche chance di mettrsi in mostra: “Avevo 15 minuti per dimostrare a Conte che potevo essere migliore degli altri, quindici minuti nel calcio sono molto complicati. Arrivavo due ore prima per l’allenamento e iniziavo a correre per 15 minuti, così che quei 15 minuti diventassero 100, 1000. Perché non è facile riscaldarsi ed entrare, soprattutto se giochi contro la Juve, è difficile. Ero carico per quei 15 minuti. Mi sono detto “amo questo sport e poiché amo questo sport voglio dimostrarlo all’allenatore in 15 minuti. Nemmeno i migliori giocatori del mondo lo fanno”. Racconta poi un aneddoto interessante, a testimonianza del fatto che la fiducia del tecnico nei suoi confronti non fosse tanta: “Col Parma perdevamo 1-0. Entrai. Gol e assist per Lautaro. Vincemmo 2-1. La partita successiva, partii titolare. Non avevo margine di errore. Sapevo che se avessi sbagliato un passaggio Conte mi avrebbe tolto. Feci due gol. Lui venne, mi strinse la mano e niente più”. Ad un certo punto, conclude Sanchez, il tecnico cambiò faccia, prendendolo in disparte: “So che devo farti giocare titolare ma se le cose si complicano… Lautaro e Lukaku sono diversi. Tu sei l’unico che può entrare e fare la differenza” . E Sanchez: “Sì, ma se partissi dall’inizio, andremmo subito in vantaggio e vinceremmo 2-0 senza problemi”.
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