Maurizio Sarri a tutto tondo. L’intervista rilasciata dall’allenatore all’ edzione odierna del quotidiano “La Repubblica” è ricca di temi caldi. Una chiacchierata in cui emergono tanti temi: da quel che non va nel calcio italiano (tanto, secondo Sarri) all’ “errore” commesso al momento del rientro in Serie A.
Sarri ne parla, come ne ha già parlato in precedenza. A suo dire in Italia oramai si gioca troppo: “Ne parlo da cinque anni, eppure mi accusano di cercare alibi e basta. In questi giorni in Spagna sta venendo giù il mondo per l’infortunio di Gavi, lo chiamano Uefa Virus: spero che qualcuno abbia l’onestà intellettuale per riconoscermi che certe cose io le dico da una vita. ”
Molto meglio, sotto questo aspetto, per Sarri, il calcio inglese: “L’unico calcio sostenibile è quello inglese, il più tradizionalista, dove il sabato pomeriggio non c’è nessuna partita in tv perché la gente affolla gli stadi delle categorie minori. La finale di FA Cup è il match più visto al mondo dopo quella di Champions, eppure da cent’anni ha sempre gli stessi riti e si gioca a Wembley, mica in Arabia. Vorrà dire qualcosa? Così loro sono tutti ricchi, mentre i nostri ricchi sono i poveri d’Europa.”
L’allenatore biancoceleste è contrario alla Coppa Italia, che, così come disputata, risulta essere solo un’occasione per affaticare ulteriormente le squadre di Serie A, già strapiene di impegni. Le sue parole: “Quante partite dovrebbe giocare un calciatore in un anno? Al massimo 50. Si potrebbe almeno cominciare dalle piccole cose, tipo rinunciare alle tournée estive e riportare la Coppa Italia ad agosto anche per le grandi, facendole giocare sui campi delle squadre di Serie C, che così farebbero incassi per campare tutto l’anno. Ma di sicuro ci direbbero che c’è un problema di ordine pubblico per cui la Juve non può andare a Campobasso. La Coppa Italia è un evento clandestino cucito su misura per l’audience televisiva degli ultimi turni.”
Quale sarà la prossima meta calcistica di Sarri? Il tecnico non esclude a priori un suo futuro in Arabia Saudita. “Se allenerò la Lazio e poi basta? Mi piacerebbe che fosse così. Non metto limiti temporali, perciò non dipende solo da me. L’Arabia? Si può fumare lì? Allora vedremo.”
Maurizio Sarri confessa di non essersi divetito nella sua esperienza alla Juventus: “Alla Juventus non mi sono divertito? Tutto era dovuto e dovevamo solo vincere la Champions, ma era un messaggio inquinato. Ho vinto lo scudetto con un gruppo a fine ciclo e una società che ha preso me perché aveva la voglia ma non la convinzione di cambiare stile. Nel Chelsea ho fatto fatica io a calarmi in un club atipico, senza ds, dove nessun allenatore riusciva a resistere due anni. Però poi negli ultimi mesi mi sono divertito e ho sbagliato a voler venire via, non tanto dal Chelsea, che mi avrebbe anche tenuto, ma dalla Premier, un contesto di bellezza unica. Tornare in Italia è stato un errore“.
“De Zerbi. Qualche volta ci sentiamo, anche se non ha mai giocato con me. Un mio ex giocatore che potrebbe perpetuare il sarrismo? Maccarone, che fino a qualche settimana fa allenava il Piacenza in Serie D: spero sia all’inizio di una grande carriera. È un giocatore che ha avuto molto meno di quanto avrebbe meritato, ma si è affezionato al tipo di calcio nostro e ora sta provando a riproporlo”.