Serie A, il rilancio del Napoli, Juventus k.o.

4 Marzo 2024 alle 11:27

La cura Calzona funziona, il Napoli è tornato a combattere su ogni palla, è compatto e i big stanno giocando con uno spirito diverso. La condizione atletica è in crescita grazie al lavoro di Sinatti. Il giovane preparatore atletico era stato esautorato misteriosamente da Garcia e richiamato da De Laurentiis insieme al nuovo tecnico. Con questa vittoria gli azzurri si lanciano all’inseguimento di un posto nella prossima Champions League, mentre la Juventus deve guardarsi alle spalle con il Milan a -1. La classifica bianconera piange: terza sconfitta nelle ultime sei partite con appena 5 punti conquistati. Il rocambolesco successo sulla Juventus, arrivato a 2′ dal 90′, vale per l’orgoglio e per la classifica: il quarto posto del Bologna resta lontanissimo, 8 punti, ma se l’Italia riuscisse a qualificare in Champions League anche la quinta, il traguardo sarebbe distante solo 4 punti, la metà. Il rallentamento di Locatelli e compagni è coinciso con la sconfitta maturata a Milano contro l’Inter, come se la squadra avesse smesso di crederci. Allegri è sotto tiro, ma ha fatto più di quello che poteva senza un vero regista in mezzo al campo e con una nidiata di giovani di belle speranze, con il Napoli poteva anche vincere se Vlahovic non si fosse divorato due occasionissime. Gli si può rimproverare l’insistenza con il 3-5-2, questo sì. A volte un cambio della disposizione tattica cambia faccia e vita alle squadre. Basti vedere la Roma di De Rossi come ha cambiato pelle per esempio, passando dalla difesa a 3 a quella con 4 giocatori in linea.

La cronaca della gara disputata al Maradona 

Allegri all’inizio preferisce Chiesa a Yildiz e Miretti a Weah, ma le vere sorprese sono Alex Sandro per Gatti e la prima partita da titolare in questo campionato di Iling-Junior, preferito a Kostic. La Juventus all’inizio si muove di più e meglio e ha le occasioni migliori, ma non concretizza: Alcaraz cicca il pallone giusto dopo meno di 2′ ed è il segnale di una serata sbagliata, soprattutto di Vlahovic. Il centravanti sbaglia di testa all’inizio e di piede alla fine e nel mezzo è anche sfortunato, il pallonetto morbido salta Meret ma si ferma sul palo interno. Il Napoli è ordinato e aspetta il momento giusto che arriva prima dell’intervallo dopo un salvataggio di Alex Sandro sulla linea per respingere il colpo di testa di Olivera. Sulla rete di Kvaratskhelia sono pesanti le responsabilità della difesa bianconera: Bremer colpisce male il cross innocuo di Di Lorenzo, Rugani lo disturba, Cambiaso si stacca dal georgiano che anticipa il tiro e sorprende Szczesny. I bianconeri nel secondo tempo alzano la linea, tentano di recuperare palla nella metà campo del Napoli, accettando il rischio di allungarsi e prestare il fianco alle ripartenze degli azzurri. Il coraggio non basta. E dopo un errore clamoroso di Cambiaso, davanti a Meret, la Signora perde convinzione e fiducia e non riesce più a diventare pericolosa. Così Allegri nell’ultimo quarto d’ora tenta con Yildiz a fianco di Chiesa e Vlahovic. Proprio la rasoiata di Federico, sino a quel momento inesistente, gela il Maradona. Ma non è più la Juve pratica di un tempo. Nonge, entrato da poco, rifila un pestone a Osimhen. Rigore pescato con la Var. Szczesny strega il nigeriano, ma Raspadori è più lesto a avventarsi sul pallone. Napoli gode e sogna. La Juventus deve meditare sui propri errori. Nota finale: Nonge subentrato nella ripresa è stato sostituito dopo il rigore causato, pessima gestione umana e psicologica da parte di Allegri, mossa non da grande allenatore. 

di Cristiano Mezzi
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