Tracollo Roma: cosa salvare e da dove ripartire?
La vicenda che sta calamitando l’attenzione di tutti gli amanti del calcio è senza dubbio la grottesca stagione della Roma. I risultati parlano chiaro e non richiedono ulteriori commenti: 3 vittorie, 4 pareggi e 5 sconfitte nelle prime 12 di Serie A. Poco più di un punto a partita, un rendimento che non lascia presagire nulla di buono e che si scontra contro le alte, altissime aspettative che tutti nutrivano ad inizio campionato. Proprio quelle aspettative (rivelatesi irrealistiche alla prova dei fatti) che hanno indotto la proprietà a sostituire Daniele De Rossi senza batter ciglio dopo appena 4 giornate di campionato. Una decisione azzardata che ha letteralmente infiammato l’ambiente, portando la tifoseria a scagliarsi prima contro la proprietà, poi, di riflesso, contro i calciatori. Subentra quindi Juric, allenatore tanto abile quanto sottovalutato, che ha sostituito un icona della “Romanità”. Promosso all’esordio contro l’Udinese (3-0) per poi diventare subito nuovo bersaglio al primo passo falso in Europa League, contro l’Elfsborg. Le ultime sciagurate partite contro Verona e Bologna, che hanno certificato la fine dell’esperienza di Juric.
Cosa si puó ancora salvare e da dove ripartire? Premettiamo che le ambizioni di inizio stagione sono velletarie in un campionato in cui le favorite per un posto in Europa sono molte e super-agguerrite (vedasi ad esempio Lazio e Fiorentina). Un primo passo psicologico potrebbe essere, paradossalmente, quello di accettare lo stato delle cose, per provare ad avviare con maggiore serenità un progetto a lunga gittata in cui non si pretenda, necessariamente, un posto in Europa in questa stagione. Il declino di questa squadra sembra inesorabile; in campo scende una squadra molto fragile e con pochi leader. La Roma ha bisogno di scrollarsi di dosso l’ansia da prestazione e per fare ció è necessario essere disposti (in primis i tifosi) a ipotizzare un anno di transizione in cui poggiare le basi di un nuovo progetto tecnico che ponga al centro di tutto punti fermi come Soulè, La Fee, Baldanzi, Svilar, Pisilli, tanto per citarne alcuni…Soltanto prendendo coscienza della propria dimensione sarà possibile lavorare per crescere e ridurre il gap con le altre squadre. Occorre maggiore lungimiranza e coraggio nel puntare sui giovani, affinchè non si assista più alla dipartita di talenti come Calafiori. Il settore giovanile, come insegnano le Società “virtuose” di questa era calcistica, è una leva importantissima, forse ancor più importante del calciomercato. Non è più tempo di contestazioni, ma quello di unirsi attorno ad un obiettivo comune: quello della rifondazione. Chi potrebbe incarnare il profilo di allenatore chiamato a guidare la Roma in questa delicata transizione? Di certo una figura autorevole, esperta e a cui affidarsi ciecamente senza correre il pericolo di delegittimazione al primo passo falso. Roberto Mancini sembrerebbe essere la persona che fa al caso specifico. Altro nome che piace alla proprietà è quello di Rudi Garcia o Claudio Ranieri, sempre pronto a prestare soccorso alla Roma nei momenti più bui. Con due allenatori sotto contratto, sará tuttavia molto complesso riuscire ad ingaggiare allenatori molto gettonati.
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