Calcio in lutto: addio ad Aldo Agroppi

2 Gennaio 2025 alle 14:32

Il calcio dice addio ad Aldo Agroppi: l’ex centrocampista e allenatore aveva 80 anni. Malato da tempo, da qualche giorno era ricoverato per una polmonite bilaterale in ospedale a Piombino, la città dove era nato il 14/04/1944. Anticonformista, ironico, fumantino, tira i primi calci nelle giovanili del Piombino, poi Torino e Genoa, gioca con Ternana e Potenza in Serie C prima del ritorno in granata dove diventa una bandiera: 8 stagioni, 212 presenze e 15 gol con la doppia ciliegina delle Coppe Italia vinte nel 1967-68 e 1970-71. Ha esordito in Serie A il 15/10/1967, giorno della morte di Gigi Meroni dopo Torino-Sampdoria. Da calciatore chiude nel 1977, dopo due stagioni a Perugia, avendo indossato anche la maglia della Nazionale in 5 occasioni, la prima il 17/06/1972 in amichevole a Bucarest contro la Romania. Poi il passaggio alla panchina, e la seconda vita calcistica da allenatore: inizia col Pescara in Serie B nel 1980-81, la stagione successiva guida il Pisa alla promozione in A. Una breve parentesi al Padova, dal quale si dimette per quel male, la depressione, che come lui stesso ha più volte raccontato lo ha accompagnato fino alla fine. Ma nonostante tutto al calcio non ha rinunciato, sfiorando la Serie A col Perugia nel 1984-85 quando perde un solo match in campionato, che resta un record per il torneo cadetto. Poi la grande chiamata della Fiorentina, sempre in B, che però è segnata da un forte contrasto con gli ultrà viola che gli contestano la gestione della bandiera Giancarlo Antognoni. Il primo marzo 1986, fuori dallo stadio Franchi, viene sfiorata la rissa con i tifosi ma il tecnico viene soccorso da Daniel Passarella. Le liti: altro marchio di fabbrica! Da Giancarlo Antognoni a Claudio Gentile, passando per Marcello Lippi, non ha risparmiato nessuno senza portare rancore. Nella sua parabola calcistica c’è stato spazio anche per una squalifica per quattro mesi per omessa denuncia nel caso del Totonero-bis. Prima di chiudere, senza grosse fortune, sulle panchine di Como, Ascoli e ancora Fiorentina. Con i viola l’ultima panchina datata 1993. Della sua depressione non aveva fatto mistero, come dell’infanzia complicata, vissuta con i nonni, i genitori separati e un fratello morto giovanissimo. Dopo l’uscita dal calcio giocato apre un’altra parentesi, diventa opinionista televisivo, uno dei primi, segnalandosi per il modo di commentare diretto, per il suo modo di vedere il calcio e le sue posizioni anticonformiste. Non passavano inosservati i toni accesi e sarcastici. Polemico, a volte burbero, mai allineato: il calcio lo aveva inseguito, non senza soffrire, diventandone però un protagonista. In campo, in panchina e anche in tv ironico polemista di un calcio che non c’è più.

di Cristiano Mezzi
Aldo Agroppi Ultimora

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