Di Canio va giù pesante sulla vicenda calcio scommesse
Anche Di canio dice la sua sullo tsunami delle scommesse illegali, che ha scosso il mondo del calcio. L’ex giocatore chiede di essere inquadrato per un clamoroso sfogo durante la trasmissione serale “Sky Calcio Club”. “Siete dei cog**oni” – dichiara riferendosi agli scommettitori. Poi da un consiglio ai giocatori viittime di questo mondo: “Lo dico da fratello maggiore anzi, da papà visto che alcuni sono più giovani delle mie figlie. Ci sono tre miliardi di cose che uno può fare… cani, gatti, criceti su cui scommettere. Non è un invito, anche perché sarebbe più opportuno dire paternalisticamente ‘non scommettete… entrate in un giro…‘ Ma scommettete sul calcio? Devi essere vuoto, cioè proprio stupidità. Di Canio si pronuncia sui singoli giocatori, Fagioli e Tonali. “Perché poi uno come Fagioli è arrivato ad una certa dimensione, vedremo, ma da quello che esce ci sono anche delle problematiche, delle minacce. Qualcosa di diverso ad esempio da quanto accaduto a Tonali che mi pare sia comunque in controllo. Dunque, ci sono dei piani diversi anche per la ludopatia, di cui si deve parlare, perché poi entri in depressione e proprio per questo ti perdi il tuo mondo. Di Canio si spinge oltre e parla del problema della distrazione degli attuali dirigenti, che non vigilano più sui ragazzi come dovrebbero e tendono a giustificarli sempre. Lo fa tramite il racconto di un aneddoto relativo al periodo in cui era alla Juventus: “Vi racconto un aneddoto che mi riguarda da vicino quando ero alla Juventus. Io arrivavo da un quartiere molto popolare, un bel paravento per dire che non avevo paura o timori per affrontare un dirigente. Bene, un giorno durante l’allenamento mi vengono a dire: oggi pomeriggio devi andare in sede perché ti deve parlare Boniperti, il Presidente.” Erano i primi anni 90 quando tra il 1990 e il 1993 un giovanissimo Di Canio, ventiduenne, arrivò a Torino sponda bianconera, governata dalla famiglia Agnelli e con presidente Giampiero Boniperti: “Ho avuto subito paura e terrore, sono andato sul chi va là: un terrore puro senza capire che cosa potessi aver fatto. Vedo il Presidente che mi domanda: dov’eri ieri sera? Io rispondo in centro, da Mauro – uno dei più famosi ristoranti dove andavano tutti i giocatori della Juventus. E che ora hai fatto? Sono rientrato alle 10 e mezza. Troppo tardi, mi fa lui”. Un aneddoto che serve a Di Canio per arrivare al punto, la disattenzione dei moderni dirigenti nei riguardi del calciatore. “Oggi il dirigente è pronto a giustificare il calciatore che sbaglia, definendolo poverino. Tutto perché sono cambiati anche loro, sono diventati loro stessi dei personaggi, sono molto distratti, hanno molte più relazioni e non stanno più dietro una scrivania, dentro uno studio. Va bene tutto. Però poi non bisogna giustificare. Non si deve giustificare”.
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