INCHIESTA PRISMA, PRIMO ROUND IN SEDE PENALE. CHIESTO SPOSTAMENTO DEL PROCESSO
ll primo atto dell’inchiesta Prisma scatta oggi in sede penale con l’udienza preliminare presso il tribunale di Torino: un passaggio decisivo per il futuro della Juve sul fronte giudiziario. La prima tappa di un procedimento che in sede sportiva ha già prodotto una sanzione (il -15 in classifica, per il quale il club ha fatto appello al Collegio di garanzia dello sport del CONI) e che a livello continentale ha portato ad un’ulteriore indagine da parte della UEFA. Il tutto in attesa anche di una pronuncia anche da parte del Consiglio di Stato sull’ormai nota carta Covisoc, la nota 10940 inizialmente non inserita negli atti del procedimento sportivo e successivamente consegnata ai legali juventini. Il punto di partenza, come detto è a Torino, per il primo round in sede penale. Il giudice per l’udienza preliminare dovrà valutare la richiesta di rinvio a giudizio del club e di altri 12 indagati (tra cui Andrea Agnelli, Pavel Nedved, Maurizio Arrivabene e Fabio Paratici) presentata dall’accusa, col pm Ciro Santoriello che non sarà in aula dopo aver deciso di astenersi per le esternazioni contro i bianconeri risalenti a quattro anni fa ed emerse recentemente. La difesa della Juventus punterà invece sulla questione della competenza territoriale, verrà chiesto al Gup di pronunciarsi sullo spostamento del processo da Torino a Milano o Roma: tra i capi d’incolpazione c’è l’aggiotaggio in Borsa che ha sede a Milano mentre i server risiedono nella Capitale. Il Gup potrebbe rigettare la richiesta come accaduto alla Procura Generale presso la Corte di Cassazione oppure chiedere proprio a quest’ultima che poi dovrebbe riunirsi in camera di consiglio per decidere, a quel punto prima di una risposta potrebbero passare diversi mesi bloccando per un po’ il processo.
Intanto oggi una trentina di persone si costituiranno parte civile. Si tratta di piccoli azionisti della Juventus che hanno subito la perdita del valore delle proprie azioni dopo le indagini avviate dalla Procura di Torino per il periodo oggetto di contestazione, ovvero dal 30 giugno 2019, data di chiusura del bilancio di esercizio Juventus, fino al 2022, e che si ritengono persone offese. Al loro fianco ci sarà il Codacons, l’associazione a tutela dei consumatori, che ha promosso un’azione risarcitoria.
Nel frattempo a Roma si gioca un’altra partita, quella legata al processo sportivo: il 19 aprile il Collegio di Garanzia del Coni dovrà esprimersi sul ricorso dei bianconeri contro la penalizzazione di 15 punti per le plusvalenze. A breve (inizio aprile) è prevista la chiusura delle indagini della procura federale legate al nuovo fascicolo, quello della manovra stipendi che ingloba anche le partnership sospette e che potrebbe coinvolgere altri club.