Juve: il licenziamento di Allegri finisce in tribunale?
Allegri da venerdì pomeriggio ha cessato l’incarico di allenatore della Juve, ma l’esonero con effetto immediato — comunicato dal club attraverso uno scarno comunicato — per motivi comportamentali non tira giù il sipario sul rapporto tra il tecnico e la Signora. La Juve, infatti, valuta la possibilità di licenziarlo per giusta causa, con l’obiettivo di risparmiare i 7 milioni di euro netti che deve ad Allegri per la prossima stagione (ha un contratto fino al 2025). Dall’ altro Max Allegri dovrà decidere se impugnare o meno il licenziamento. Cinque giorni: è il tempo che spetta a Max per rispondere alla contestazione disciplinare presentatagli dagli avvocati bianconeri al momento dell’esonero, che gli è stato comunicato dall’a.d. Maurizio Scanavino. Un passaggio obbligato, solitamente propedeutico al licenziamento per giusta causa. La Juventus ha contestato formalmente ad Allegri tutte le intemperanze della notte dell’Olimpico: la sceneggiata con gli arbitri, il danneggiamento del set fotografico di Lapresse, la lite col direttore di Tuttosport Guido Vaciago, le urla contro degli uomini della Telecontrol e la doppia mancanza di rispetto nei confronti del d.t. Cristiano Giuntoli (prima il tentativo di allontanarlo durante la premiazione, poi la lite davanti a testimoni mentre rientravano in albergo). Condotte che non consentono la prosecuzione del rapporto di lavoro e che potrebbero determinare la decisione del club di recedere dal contratto, sostenendo che i comportamenti tenuti costituiscano una grave violazione del principio di lealtà sportiva (previsto sia dal Codice Etico della Juventus sia dall’articolo 4 del Codice di Giustizia Sportiva). In questo modo la società non dovrebbe più pagare lo stipendio (cosa che al momento fa, perché Allegri è stato esonerato e non licenziato) e chiedere i danni d’immagine.
La difesa di Allegri
Dall’altra parte Allegri potrebbe impugnare la decisione della Juventus chiedendo l’infondatezza dei motivi che hanno portato al licenziamento per giusta causa. Nel caso in cui venisse accertata, il club avrebbe l’obbligo di corrispondergli sia gli stipendi residui sia un risarcimento danni. La terza strada porta a una risoluzione consensuale del rapporto di lavoro con eventuale buonuscita.
Tribunale o transazione?
Adesso la palla passa agli avvocati: saranno loro a consigliare, da una parte e dall’altra, la strada da seguire ai loro assistiti. Quelli della Juventus stanno studiando le carte per elaborare una strategia. Le contestazioni sono state diverse e ben dettagliate, in base a come si difenderà Allegri decideranno come procedere. Probabile che prima di arrivare in tribunale si tenti la strada della transazione, che potrebbe consentire al club di risparmiare qualcosa sull’intera annualità e al tecnico di evitare uno strascico legale, rinunciando però a una parte di ciò che gli spetta. Influirà anche quanta voglia ha Max di tornare subito ad allenare: l’ultima volta era stato fermo 2 anni, adesso invece pare più propenso a voler iniziare una nuova avventura.
Record negativo
Venerdì pomeriggio, quando Allegri è rientrato alla Continassa dopo aver fatto la pace con Vaciago, non pensava che sarebbe stata l’ultima volta. Era convinto che le scuse al direttore di Tuttosport potessero aver ammorbidito la società, convincendola a posticipare l’addio già scritto a fine stagione. È finita diversamente: Scanavino è stato chiaro e diretto, anche nello spiegare a Max il perché dell’assenza di Giuntoli: non si è trattato di una scelta tecnica ma disciplinare. Anche in questo Allegri è stato unico: non si ricordano altri esoneri per cattiva condotta in quasi 127 anni di storia della Juventus.
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