Milan, il fallimento di un progetto e il futuro

28 Febbraio 2025 alle 14:57

La notte è buia, non si vedono neanche le stelle: Bologna è stata la meta della disillusione. Il gruppo squadra è tornato a Milano nella notte, facce scure nel tragitto spogliatoi – pullman. E non poteva essere altrimenti, la zona Champions League è diventata irraggiungibile e per la società sarà un disastro economico. Solo la matematica tiene in corsa Christian Pulisic e compagni. Nell’occhio del ciclone Sergio Conceicao, ma come non era colpa di Paulo Fonseca non è colpa sua. La rosa rossonera è probabilmente iper valutata, assemblata male. Per dire: dove giocava Andrea Pirlo oggi gioca Youssouf Fofana. Grande rispetto per l’impegno del francese, ma quello che manca è proprio un cervello di centrocampo. Perché Tijjani Reijnders e Yunus Musah sono centrocampisti di inserimento, box to box. La maglia numero 7 che fu di gente come Alexandre Pato e Andrij Shevchenko oggi è sulle spalle di Santiago Gimenez. La 10 che fu di Gianni Rivera, Dejan Savicevic è indossata da Rafael Leao. Nelle ultime ore si vocifera di un esonero dell’allenatore, con la squadra affidata a Mauro Tassotti fino a giugno: gestione abulica, nemmeno una provinciale. Atteso che per il momento questa situazione non ci risulta, ci sembra logico che le colpe sono di tutti. Ma probabilmente quelle più grosse stanno alla piramide: Gerry Cardinale. Se vuoi fare funzionare le cose devi partire da una dirigenza esperta, con tutto il rispetto possibile per Zlatan Ibrahimovic, Giorgio Furlani e Geoffrey Moncada. In questo stato di cose, il proprietario americano ha un vantaggio: la programmazione. E’ corretto scegliere uomini di calcio per tempo: un direttore sportivo esperto, un direttore generale che sappia il fatto suo, un nuovo allenatore per ripartire da zero e giocatori che hanno voglia di votarsi alla causa. Quelli che non hanno più il fuoco dentro è giusto che vadano a giocare altrove. 

di Cristiano Mezzi
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