Milan, il vuoto dirigenziale è il vero problema: situazione esplosiva
Ormai è noto, il Milan ha un chiaro vuoto di potere e lo dimostra l’assenza totale di dirigenti all’allenamento post Napoli e non è la prima volta che la dirigenza diserta le sedute. Non solo, raro vedere Giorgio Furlani, Geoffrey Moncada, Zlatan Ibrahimovic o Paolo Scaroni intervistati nei dopo partita. In pratica nessuno ci mette la faccia in parole povere. Aspetto colto da semplici tifosi, opinionisti televisivi e addetti al lavori. L’allenatore Paulo Fonseca è un uomo solo al comando, messo lì per tre motivi: stipendio basso, aziendalista e con il profilo basso. La piazza rossonera ha spinto fino all’ultimo per Antonio Conte, lasciato andare al Napoli perché faceva ombra all’ego di Zlatan Ibrahimovic. Lo svedese non ha un ruolo nell’organigramma societario dell’A.C. Milan, già questa è una grande stortura. Fra l’altro ha mille interessi che lo portano lontano da Milanello e non ha lo stesso carisma di Paolo Maldini. La domanda è: che ci sta a fare? Il proprietario Gerry Cardinale vive e lavora dall’altra parte del mondo, vive il Milan come una azienda e non ha la minima cognizione di cosa rappresenta il club rossonero in Italia, in Europa e nel mondo. Bisogna vedere se RedBird sarà in grado di rifondere il prestito contratto con Paul Singer al momento della scalata ai vertici societari: non è ad oggi escluso che il Milan possa tornare nelle mani del fondo Elliot con conseguenze facilmente immaginabili e l’azzeramento totale dell’attuale staff dirigenziale.
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