Nations League, analisi tecnica Francia-Italia
La cornice del Parco dei Principi potrebbe essere il luogo ideale per la ripartenza azzurra dopo le delusioni di Euro 2024. Allenatore e presidente federale sono i medesimi, non una buona premessa. Ma tant’è, bisogna guardare avanti e sperare che Luciano Spalletti ritrovi le visioni che lo hanno portato ad eccellere. La sensazione è che lo storico scudetto conquistato a Napoli sia stato il punto massimo toccato dal tecnico toscano. Oltre il quale si è ritrovato svuotato, la postura del corpo durante la rassegna continentale porta a questa riflessione. Fra l’altro anche l’ammissione da parte dello stesso selezionatore di non aver saputo toccare le corde giuste e di essere stato troppo pesante con il gruppo fa riflettere. Ha convocato solo 23 giocatori, ha scelto di ripartire dal 3-5-2: il segnale che sta cercando una via chiara. Nessuna sorpresa nella lista, a parte Caleb Okoli e Marco Brescianini. Avremmo voluto vedere all’opera Lorenzo Lucca, ma gli sono stati preferiti Mateo Retegui e Giacomo Raspadori (seconda linea nel Napoli). Il nuovo modulo di gioco dovrebbe consentire di contrastare la potenza offensiva degli uomini di Didier Deschamps. I galletti dispiegheranno una potenza di fuoco con il trio composto da Kolo Muani, Kylian Mbappé, Bradley Barcola. Si capisce che il pronostico sorride ai padroni di casa, ma gli azzurri hanno due armi: raddoppiare sulla punta del Real Madrid, chiudere le fasce (soprattutto la sinistra di Theo Hernandez) e sfruttare il gioco di rimessa (usiamo pure il termine antico di contropiede) viste la capacità di inserirsi dei vari Davide Frattesi e Sandro Tonali. Il piano francese è chiaro: aggredire gli avversari dal 1′, giocare in verticale e palla a terra giocando soprattutto sui limiti di Giovanni Di Lorenzo e sulla staticità di Alessandro Bastoni negli uno contro uno. Occhio alle panchine: Antoine Griezmann e Marcus Thuram da una parte, Moise Kean e Mattia Zaccagni dall’altra potrebbero entrare e sparigliare le carte,.
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