NAZIONALI: NUOVO CT PER L’ URUGUAY
Nazionali, nuovo ct per l’Uruguay: Marcelo Alberto Bielsa Caldera, noto semplicemente come Marcelo Bielsa è il selezionatore della Celeste. Per l’allenatore nato a Rosario (Argentina) il 21/07/1955 è la terza nazionale allenata in carriera dopo Argentina e Cile. Prende il posto di Diego Alonso che, a sua volta aveva sostituito una leggenda come Oscar Washington Tabarez, detto “Il Maestro”. Il 67 enne neo commissario tecnico è soprannominato “Il Loco” per via delle idee tattiche e del modo di relazionarsi con i giocatori. Ha firmato un contratto fino al 30/12/2026, perché crede nel serbatoio di talenti in crescita dalle varie Under. Era fermo dal febbraio 2022, quando fu esonerato dal Leeds United, riportato in Premier League. Come potrebbe giocare nei prossimi mesi l’Uruguay? Le squadre di Marcelo Bielsa si sono distinte per la difesa alta, il pressing asfissiante e un attacco che parte molto dalle fasce, con una circolazione del pallone sempre molto rapida. Come modulo si ricorda su tutti l’insolito 3-3-1-3, quello con cui il suo Cile riuscì a dare spettacolo nel Mondiale sudafricano, anche se in genere preferisce far giocare i suoi con un più tradizionale 4-3-3, ma con i terzini altissimi. Per fare tutto questo, ai suoi giocatori vengono richieste durissime sessioni di allenamento, con esercizi preparati dai suoi assistenti nelle due ore precedenti alla seduta. Alla base dell’allenamento controllo della palla e geometrie, sviluppati attraverso particolari circuiti dove il campo stesso è disseminato di coni e strisce di plastica. Una preparazione tanto meticolosa che, come affermato più volte dallo stesso allenatore, «la sconfitta è dovuta al fatto che in campo scendano gli uomini, altrimenti le mie squadre non perderebbero mai». Stimato da tutti (tre campionati argentini e una medaglia d’oro alle Olimpiadi di Atene) e considerato tra i migliori allenatori sudamericani (ha iniziato giovanissimo, dopo aver concluso la carriera di calciatore a soli 26 anni, perché non soddisfatto dai risultati), il tecnico deve il suo approccio metodico al calcio per suo nonno, uno dei padri del diritto amministrativo argentino, e per sua mamma, un’insegnante di storia che il figlio ha sempre descritto come particolarmente severa. Tanto rigoroso, oltre gli allenamenti, da portare in campo un vocabolario, per avere la certezza di utilizzare le parole più corrette con i suoi calciatori, e tanto tenace da percorrere 25.000 km in Argentina con la sua Fiat, pur di trovare i migliori talenti. Il carattere poliedrico ed estroverso lo ha spinto a non interessarsi solo allo sport, perché è da sempre un grande appassionato di cinema e del buon cibo. Ovunque abbia allenato, è sempre andato alla ricerca delle pietanze locali. Indossa sempre la tuta del club quando lavora, anche in molte occasioni pubbliche, ma la compra sempre nel negozio ufficiale, per non pesare sulle finanze della squadra. Sempre virali i video che lo ritraggono seduto a bordo campo, spesso seduto su un frigorifero portatile. Una volta gli capitò di sedersi proprio su un bicchierino di caffè bollente. La sua reazione e indignazione verso lo staff fu la scena più vista sul web, più di ogni azione del suo Marsiglia, che all’epoca (stagione 2014-15) giocò delle partite tatticamente impeccabili. Lasciò il club francese all’inizio della seconda stagione, dopo una sola partita, per dei piccoli ritocchi al suo nuovo contratto, senza che nessuno lo avesse consultato. Saranno felici gli amanti del calcio, affascinati da questo personaggio e dal suo calcio.
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