Sassuolo: analisi di un fallimento

Festa grande al Mapei Stadium per il Cagliari di Ranieri: Prati e Lapadula regalano la salvezza aritmetica alla squadra isolana. Festa grande al fischio finale dell’arbitro Doveri per Nandez e compagni sotto la curva occupata dai tifosi sardi. In tribuna le lacrime piene di emozione del presidente Giulini abbracciato al figlio. Volti mesti invece fra i locali, ormai a un passo dalla cadetteria: basterà un pareggio per Empoli e Frosinone per spedire in serie B la squadra nero verde. La partita è sempre stata in mano al Cagliari, più in palla fisicamente, mentalmente e guidata magistralmente dal tecnico romano che ha compiuto un’altra impresa dopo la promozione dell’anno scorso ai playoff. La sua esperienza è stata fondamentale in una annata difficile, fra gli infortuni e lo scotto del salto del categoria. Da non dimenticare l’innesto fondamentale di Mina al centro della difesa a gennaio: il colombiano ha portato cattiveria agonistica, personalità, voglia di vincere e ha pilotato il giovane Dossena al suo fianco. Per contro il Sassuolo paga l’aver costruito male la squadra, la cessione di Frattesi ha privato la mediana di quel giocatore di riferimento. La difesa non è stata rinforzata come dimostrano le oltre 60 reti subite. È mancato un po’ tutto e per tutti ha pagato Dionisi, esonerato per tentare la salvezza con il più esperto Ballardini. L’infortunio dell’unico vero fuoriclasse, Domenico Berardi, ha azzerato ogni possibilità di fatto. L’augurio è che l’a.d. Carnevali anche per un fatto di riconoscenza verso il giocatore lo lasci andare alla prossima sessione estiva del calciomercato. Scendere in B può essere un buon punto di ripartenza per la società emiliana, dovrà strutturarsi diversamente, a partire dalla società. Servono facce nuove sia nei quadri dirigenti, sia in campo e in panchina.