In molti dubitavano sulla sua capacità
di incidere dopo gli anni trascorsi in MLS League, torneo che, a detta dello
stesso Ibra, non è proprio un campionato “allenante”. Eppure dopo il suo arrivo
la squadra ha cambiato passo. La virata è iniziata contro il Cagliari ed è
proseguita con altre tre vittorie consecutive nelle quali Ibra ha messo la
firma con giocate e goal.
Zlatan Ibrahimovic si è ripreso il
Milan e la fiducia di tutti i tifosi rossoneri. A 38 anni ha dimostrato di
essere ancora una volta l’ago della bilancia, basti ripensare all’ultima partita
di Coppa Italia disputata contro il Toro: Zlatan, entrato nel finale, ha
letteralmente rivitalizzato gli undici in campo trascinandoli verso il
passaggio in semifinale. Fattori tecnici o solo mentali? Chi può saperlo. Ma una
cosa è certa, lo Svedese è in grado di influenzare positivamente i propri compagni.
Le parole di Galliani espresse qualche tempo fa descrivono al meglio il profilo
del calciatore: “ Ibrahimovic ha una tale forza morale, un carisma,
una determinazione per cui sarà sempre decisivo.”
Inoltre, al di là della indiscussa leadership del
calciatore, è ancora idoneo fisicamente a competere ad alti livelli e il dato
anagrafico sembra non aver scalfito affatto le sue doti tecniche.
Un po’ meno convinto sembra essere Silvio
Berlusconi che, intervistato in occasione del match del suo Monza, a una
domanda su Ibra, ha tergiversato con un secco “lasciamo perdere”. Una
frase che può essere interpretata in diversi modi, la si può leggere come una
bocciatura per i dirigenti del Milan che decidono di investire su un calciatore
ormai a fine carriera, oppure come il suo disappunto per il mancato arrivo del
calciatore al Monza (ricordiamo che prima del ritorno in rossonero Berlusconi
aveva provato a portarlo al Monza). Il Cavaliere ha poi ammonito Maldini e
Boban per la cessione di Suso considerandola un grave errore.