Sono
passati meno di 12 mesi dall’inizio dei dissidi tra l’inter e Mauro Icardi. Era il 13 febbraio 2019,
quando l’AD Marotta rendeva pubblica la decisione di togliere la fascia di
capitano all’Argentino, dando l’incipit ad una telenovela che ha poi dato adito
a continue prese di posizione e recriminazioni da parte dei diretti interessati
(o chi per loro), fino alla separazione avvenuta dopo l’estate con l’approdo di
Icardi al Psg.
La leggenda narra che la
decisione di emarginare il calciatore sia originata da contrapposizioni interne
allo spogliatoio. Sembrano lontani anni luce quei momenti di imbarazzo che sfociavano nelle parole di circostanza di Spalletti e Marotta, chiamati a
gestire una situazione tanto complicata quanto esplosiva. A distanza di un
anno, l ’Inter di Conte è esattamente il contrario, un gruppo coeso e composto da calciatori pronti a sacrificarsi in nome della squadra. Il punto di forza della
nuova inter sta proprio nel collettivo. L’ allenatore sembra aver curato, oltre
all’aspetto tecnico, anche quello “spirituale”. Il condottiero Conte ha plasmato
l’inter a sua immagine e somiglianza, instillando in ogni calciatore il senso
di attaccamento e responsabilità verso la maglia nerazzurra. Le parole d’ordine
della nuova Inter sono coraggio e umiltà. La vittoria contro il Napoli
rappresenta la ciliegina sulla torta sul lavoro svolto fino ad oggi dalla
squadra nerazzurra. Nella partita di lunedì i nerazzurri hanno mostrato una volta ancora
grande organizzazione di gioco. È una squadra armonica che gioca quasi a
memoria. Da la sensazione di essere una squadra esperta, che sfrutta le palle gol, che sa soffrire e che è capace di gestire il risultato.
Il tutto fuori casa e contro il Napoli.
La sintonia tra Lukaku e Lautaro
simboleggiano il nuovo corso dell’inter. Giocano l’uno per l’altro e fanno
sembrare tutto molto semplice, triangolazioni, scambi di posizione, movimenti
sincronizzati. La coppia d’attacco porta in dote da inizio anno ben 22 gol
equamente distribuiti tra le due punte. Numeri da capogiro a
cui non si assisteva dai tempi del tandem di Eto’o Milito, degni da squadra che merita il primo posto. Tutto fantastico, così fantastico da non dover rimpiangere quel
campione di Icardi. Chapeu.